Silvia Persico vuole un 2026 da protagonista: “Impressionata dal gravel, mi piacerebbe vincere una classica”

La 28enne di Cene ha raccontato in un'intervista il podio mondiale nel fuoristrada e gli obiettivi per la prossima stagione.

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Silvia Persico è una delle atlete più eclettiche del mondo del ciclismo.

La 28enne di Cene ha saputo centrare il podio su più terreni, dalla strada al ciclocross senza dimenticare il gravel dove ha conquistato il bronzo agli ultimi Mondiali.

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La portacolori dell’UAE Team ADQ ha chiuso la stagione nel migliore dei modi conquistando la vittoria alla Veneto Women e puntando così a un 2026 da protagonista come spiegato in un’intervista a Eppen.

In cosa si differenzia il gravel dal ciclocross?

Il gravel e il ciclocross sono due discipline molto diverse: una gara di gravel dura dalle tre alle quattro ore e mezza, mentre una di ciclocross è di circa quarantacinque minuti dove sei sempre fuori soglia. Una prova di gravel è diciamo più simile a una su strada, dove però sei chiamata ad affrontare un terreno diverso.

Come si è avvicinata al mondo del gravel ?

Mi sono avvicinata al gravel grazie a Daniele Pontoni che mi aveva chiesto due anni fa di correre il Mondiale. Ho conquistato l’argento e devo dire che sono rimasta impressionata perché è una specialità che mi piace molto essendo un mix fra strada e ciclocross.

Come si riesce ad attutire le sollecitazioni presenti sul terreno quando affrontate i tratti di sentiero?

Alla fine dei conti, per le gare che ho fatto finora, non ho trovato percorsi eccessivamente tecnici. Forse è stato un po’ diverso agli Europei dello scorso anno, ma avendo fatto per molti anni ciclocross in mezzo al fango e soprattutto in Belgio, la gestione mi viene quasi naturale.

Com’è riuscita a trovare uno spazio sul podio mondiale nel mezzo di un folto gruppo di olandesi?

Il podio al Mondiale è arrivato perché era una delle ultime gare della stagione e si trattava di una disciplina che mi piace, rendendo tutto molto più semplice. È vero che in gara c’erano molte olandesi, ma probabilmente hanno corso tutte contro tutte perché sono state selezionate individualmente e dell’Olanda indossavano soltanto la maglia

Come valuta questa stagione dove si è messa principalmente a disposizione della compagna di squadra Elisa Longo Borghini?

Questa è stata una stagione iniziata molto bene con la vittoria all’UAE Tour Women per Elisa e il mio secondo posto nella classifica generale. Poi ho avuto qualche problemino durante la primavera: mi sono dovuta fermare a marzo perché avevo rotto una costola e poi ad aprile per una frattura del capitello radiale. Per il resto alla fine sono rientrata, ho fatto il Giro d’Italia Women e abbiamo fatto un grande Giro, quindi direi che è stata una stagione positiva. Il prossimo anno speriamo che sia migliore.

La vittoria al Veneto Women ha rappresentato una sorta di liberazione in vista del futuro?

A fine stagione ho poi vinto la Veneto Women e sicuramente è stato un successo cercato e voluto perché lo attendevo da molto e mi auguro che possa essere di buon auspicio per il prossimo anno.

Sta valutando di poter tornare a gareggiare nel ciclocross?

Non credo sinceramente di fare gare quest’inverno di ciclocross, ma non voglio pensarci per ora.

Quali sono gli obiettivi per la stagione 2026?

Per il 2026, a breve decideremo con la squadra e stileremo un calendario nel prossimo training campo in programma fra qualche giorno. L’obiettivo però rimane quello di poter vincere una classica