Football americano, Tommaso Moro festeggia il titolo di Rookie of the Year: “Spiace non aver regalato la salvezza ai Lions Bergamo”

Il 20enne di Ponteranica, nipote del noto alpinista Simone Moro si è preso la scena nonostante abbia iniziato a giocare poco più di un anno fa.

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E’ bastato soltanto un anno a Tommaso Moro per prendersi la scena dell’Italian Football League.

Il 20enne di Ponteranica ha dimostrato tutto il proprio talento con la maglia dei Lions Bergamo e si candida ora a essere uno dei migliori talenti del football americano tricolore.

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Nonostante una stagione resa più complicata da alcuni infortuni e dalla retrocessione della formazione orobica, il nipote dell’alpinista Simone Moro ha conquistato il titolo di “Rookie of The Year” confermando la grande crescita del movimento.

Com’è stata questa prima stagione in Italian Football League?

Ho riscontrato un ottimo impatto su vari aspetti che, fortunatamente, mi hanno permesso di vincere il premio di Rookie of The Year di cui sono molto fiero e contento. Ho dovuto fare i conti con svariate sfide e, purtroppo, anche con qualche infortunio di troppo che mi ha tenuto ai box per quasi metà campionato. Tutto sommato però ne sono uscito molto bene, ho imparato cose nuove, anche se a livello tecnico c’è ancora molto da limare. 

Si aspettava di vincere il premio già quest’anno?
No, anche se già dalla prima partita, qualche mio compagno e qualche membro della società mi avevano anticipato che ero stato inserito nella lista dei candidati per il Rookie of the Year. Pensavo si trattasse di uno scherzo, invece a quanto pare la loro previsione si è rivelata realtà. Non me l’aspettavo comunque tanto che, non appena ho ricevuto la notizia, sono rimasto un po’ scioccato. 
I Lions Bergamo hanno chiuso la stagione con una retrocessione. Cos’avete imparato da questo campionato?

Io sono al primo anno e per me non è stato affatto bello, penso come l’abbiano presa i miei compagni che giocano da più anni di me. Una delle cose che abbiamo imparato sicuramente è che, perdendo, si possa apprendere dagli avversari molto sia a livello tecnico che personale. Posso dire che forse non abbiamo dato sempre il 100%, io per primo, ma dispiace per com’è andata perché sarebbe stato bello rimanere in prima divisione. 

Quanto hanno pesato i suoi infortuni sull’andamento della squadra?
Non l’hanno presa molto bene, anche perché, in modo scherzoso, mi hanno detto che li lasciavo nel momento del bisogno, soprattutto dopo il problema che ho patito durante la sfida con il Bologna, prima dei play-out con il Savona. Un po’ sentivano la mia mancanza, ma alla fine non potevo fare molto. 

E’ il primo anno che gioca a football americano. Perché ha scelto questo sport avendo uno zio come l’alpinista Simone Moro?

Ho sempre giocato a basket, ma al tempo stesso sono sempre stato un appassionato di football americano, una passione che si è tramandata dal mio zio che vive in America e da mio fratello che, come me giocava a basket e aveva la passione per il football. Giocano poi alla Playstation e facendo qualche lancio con lui, una volta smesso con la pallacanestro, ho pensato di provarci e alla fine questa scelta ha portato ottimi risultati. 

Qual è la prospettiva per la prossima stagione?

Molto dipenderà dalla mia vita privata e da quello che desidererà fare la società. Mi piacerebbe giocare anche il prossimo anno, ma ho appena finito le superiori per cui ancora non lo so. 

C’è un sogno che le piacerebbe realizzare?

Siccome arrivare in NFL è particolarmente difficile, mi piacerebbe giocare un giorno in una squadra di EFL, oltre a vincere un’edizione dell’Italian Football League.