«Non riuscivo a trovare l’auto sportiva dei miei sogni, così l’ho costruita da solo». Così Ferdinand Porsche spiega come è arrivato alla produzione delle macchine sportive.
«Oggi, a distanza di quasi un secolo dalla nascita di Porsche, si ha la percezione che qualcosa di straordinario è stato fatto e di altrettanto indelebile è stato lasciato in eredità», è quello che si legge nella prefazione di Filippo Gherardi.
Le imprese più grandi iniziano sempre con un sogno altrettanto grande. Come quello di Ferdinand Porsche, che non riuscendo a trovare l’auto sportiva dei suoi sogni decise di costruirla da sé. Nacque così, nel 1931, la leggenda della Porsche, un mito che nel corso degli anni si è eretto a status symbol di potenza e qualità, con il mitico motore V6 come marchio di fabbrica. La Porsche ha fatto della velocità e dell’eleganza la sua ragion d’essere, dimostrandolo anche in pista. La tradizione teutonica non ha però mai tarpato le ali dell’innovazione – elettrico tra tutte – perché per rimanere grandi bisogna crescere, perfezionarsi tecnicamente e abbracciare i cambiamenti, facendoli propri. Un sogno per il suo fondatore, un punto di riferimento per gli addetti ai lavori, una leggenda per gli appassionati, il tutto rinchiuso in un unico grande nome: Porsche.
L’AUTORE – Francesco Domenighini (Brescia, 1995). Da sempre appassionato di sport, dal 2017 scrive regolarmente sul portale internazionale di calcio footbola.it. Per Diarkos ha pubblicato “Ferrari. Storia di una passione rampante” (2022), “Le leggende della Formula Uno” (2023), “Harley Davidson. Una filosofia di libertà” (2023), “Red Bull. L’impero del marketing del Toro Rosso” (2023) e “Mercedes-Benz. La leggenda di una stella” (2024).
Il libro, edito da Diarkos, sarà in libreria dal 17 dicembre. (Fonte: G.P. Diarkos)