La manita di Giulia Terzi

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Luca Lembi

La vasca delle Paralimpiadi di Tokio ha regalato grandi risultati agli atleti azzurri. Tra essi c’è Giulia Terzi, bergamasca che non ha tradito le aspettative, attestandosi su tutti e tre i gradini del podio, primeggiando in due specialità, rivaleggiando per il successo e diventando l’incomoda d’argento in altre due, fino a chiudere, diciamo pure in bellezza, con il metallo di bronzo che è arrivato a completare la collezione. Cinque medaglie per dare senso a una vita in acqua, elemento di riscatto dopo le difficoltà e le innumerevoli fatiche. Le Paralimpiadi di Giulia Terzi sono state un capolavoro di costanza e affidabilità, tra avversarie agguerrite e con numeri portentosi. Ma che hanno dovuto misurarsi con lei. Il metallo più prezioso, a livello individuale, è arrivato nella gara dei 100 stile libero S7, in cui Giulia ha fatto segnare il tempo di 1:09.21, che rappresenta il nuovo record paralimpico, sopravanzando la statunitense Coan (1:10.22) e l’ucraina Mereshko (1:11.07). Quando si è accorta di essere davanti a tutte, ha continuato a dare tutto ciò che aveva. Terzi è stata autrice di una progressione incredibile che non ha lasciato alcuna possibilità di rimonta nel finale alle avversarie. Cosa c’è dietro questo traguardo storico lo ha raccontato lei stessa ai microfoni di Raisport, citando la Pohla Varese, società per cui è tesserata, il Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, i suoi allenatori Max Tosin e Micaela Biava, dedicando la medaglia ai genitori, ai fratelli Andrea, Fabio e Linda, agli amici e a chi, come Stefano Raimondi, il fidanzato anch’egli medagliato, le è stata sempre particolarmente vicino.

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La quinta medaglia l’ha ottenuta con il terzo posto nei 50 farfalla S7: 34.32 il suo tempo, un secondo e 33 centesimi di ritardo dalla vincitrice, la canadese Dorris, che con 32.00 ha stabilito anche il nuovo record mondiale, e appena 2 centesimi dietro la statunitese Weggemann (34.30).

Giulia Terzi aveva iniziato la sua paralimpiade con l’argento nella staffetta mista 4×50, cui è seguito il secondo posto nei 400 stile libero, gara in cui ha sfiorato la vittoria, e l’oro nella staffetta 4×100 stile libero. Un bel bottino per una giovane esordiente, la cui crescita sul piano tecnico e dei risultati ha del prodigioso ma è frutto di un lavoro intenso, che le ha permesso di migliorare nel ritmo delle bracciate. Dopo la manita di podi, Giulia Terzi ha guadagnato con pieno merito un posto nella storia del nuoto paralimpico.