Oney Tapia gigante di bronzo

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Rino Fusco

Oney Tapia si è dovuto accontentare di due medaglie di bronzo alla sua seconda partecipazione alle Paralimpiadi, categoria F11 (disabilità visiva). Era raggiante, l’atleta bergamasco, dopo il terzo posto nel lancio del peso, accompagnato dal record personale nella specialità (13,60 metri) nella finale disputata all’Olympic Stadium, al termine della quale ha fatto esplodere il suo entusiasmo, cantando e ringraziando chi lo ha accompagnato in questo lungo percorso fino a Tokio.

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La medaglia di bronzo nel peso ha il sapore della vittoria. “Non mi aspettavo di vincere questo bronzo. Il peso non è la mia specialità e aver ottenuto questo risultato, è qualcosa di positivo e stimolante per poter affrontare la gara di disco. Tutto ciò è arrivato grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato, la Federazione, le Fiamme Azzurre, il tecnico Federico Apolloni che mi sta seguendo, Nadia Checchini e Francesco La Versa. Ho fatto questa gara per puntare al mio personale visto che quest’anno la preparazione col disco è andata così così. Ho pensato allora di portare a casa un risultato decente e guarda cosa è venuto fuori”.

Poneva grande fiducia nel lancio del disco, la sua gara, che lo aveva visto al secondo posto a Rio 2016. Forse, piuttosto che il suo grande avversario, il brasiliano Da Silva, Oney Tapia non pensava di dovere affrontare la pioggia battente, che ha finito per limitare il suo potenziale. E’ rimasto sotto la fettuccina dei 40 metri, ottenendo come migliore misura 39.52 al penultimo tentativo. L’iraniano Olad è arrivato a 40.60, meglio di tutti ha fatto proprio Da Silva con 43.16. Normale che Oney non fosse soddisfatto. La pedana scivolosa gli è stata di ostacolo ed è rimasto al di sotto delle sue possibilità. Il podio è sempre il podio e, nonostante il rammarico giustificato, il risultato è di tutto prestigio e il campione di Sotto il Monte lo accetta come uno sportivo deve fare. Certo, una gara asciutta avrebbe regalato certamente ben altro spettacolo e gli atleti avrebbero potuto sfidarsi e migliorarsi notevolmente. “Non vedendo, hai sempre la necessità di sentire il terreno, ma con la pioggia si create condizioni impossibili – ha spiegato Oney Tapia – Non si riesce a reagire e a fare la prestazione come si deve perché tutto questo incide sull’equilibrio”. Il suo merito è stato quello di provarci, fino a quando non è uscito il lancio buono. In certe circostanze, occorre adattarsi per conseguire la migliore prestazione. E due bronzi lo rendono un gigante.

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