di Marco Cangelli
Si è aperta nel migliore dei modi l’edizione numero XXXI dei FISU World University Games Winter per l’Italia. La spedizione azzurra ha “rotto il ghiaccio” con Maria Eugenia Boccardi e Luca Compagnoni che hanno colto la sesta piazza nella sprint mista in tecnica classica di sci di fondo.
I due portacolori dell’Under Up Ski Team Bergamo hanno infatti saputo districarsi nella tempesta di neve che ha colpito Lake Placid centrando la finale vinta dal Giappone e chiudendo a poco più di dieci secondi dal podio.
Il duo in forza alla formazione di Parre ha impressionato in particolare in semifinale vincendo la propria batteria davanti alla Finlandia dopo esser rimasto per buona parte della gara nel gruppo di testa e sfruttando in volata lo spunto di Boccardi.
I due azzurri hanno provato a replicare la medesima tattica anche nella sfida decisiva che li ha visti fronteggiare i migliori tandem del panorama internazionale facendosi valere in particolare nel corso delle prime due frazioni.
Attorno a metà gara Compagnoni ha però patito l’accelerata decisiva di Ryo Hirose che ha messo alla corda i principali avversari spezzando il plotone principale e negando così alla formazione tricolore di potersi giocare una medaglia.
Inseriti nel gruppetto inseguitore, Compagnoni e Boccardi hanno un po’ patito nel finale recuperando terreno soltanto grazie alla 22enne di Rovereto che ha chiuso la prova in 21’09″21, lontana ventisei secondi dai vincitori.
A trionfare sulle nevi statunitensi sono stati i nipponici Ryo Hirose e Rin Sobue che hanno dominato la kermesse superando la concorrenza degli statunitensi Finn Sweet e Renae Anderson.
I giapponesi hanno infatti alzato progressivamente il ritmo dopo la quarta frazione incrementando progressivamente il proprio vantaggio e resistendo al rientro dei padroni di casa tagliando il traguardo in 20’42″85.
Gli americani si sono quindi dovuti accontentare dell’argento, agguantato al termine di un acceso sprint con i favoriti della vigilia, i norvegesi Andreas Kirkeng e Karianne Olsvik Dengerud , che si sono dovuti accontentare del bronzo.