Consonni: “Voglio portare il Dossena in Serie A. E alla Federazione chiedo di ascoltare la base”

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Il Dossena fa sul serio. “Porto il Dossena in Serie A e in tre anni voglio vincere tutto quello che c’è da vincere”. È determinato il giovane presidente Daniele Consonni, 39 anni, amministratore delegato delle Officine Mak della Consonni Group, azienda che si occupa di rigenerazione urbana. Per dare un ordine di grandezza la Officine Mak nel 2021 ha presentato in bilancio un fatturato di oltre 55 milioni di euro.

E quando Consonni dice che rigenererà anche il Dossena, lui, uomo abituato a rigenerare corpi di fabbrica con nuovo stile su vecchi ambiti industriali e/o residenziali, c’è da credergli.

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Tamburello
Daniele Consonni

Parlano i fatti. “Quest’anno abbiamo costruito una squadra per vincere il campionato di Serie B”. E infatti, dall’Arcene è arrivata l’allenatrice Stefania Mogliotti, che affiancherà Mauro Milesi. E poi hanno inserito quattro giocatori di livello: Daniele Ferrero del Cremolino, Andrea Cimarosti del Cavaion e Saverio Bottero del Grillano; inoltre sono stati confermati Roberto Milesi e Daniele Trionfini.

A Dossena il gioco della palla tamburello è molto antico. Lo si fa risalire addirittura al tempo delle deportazioni della Serenissima (XVI secolo) quando alle miniere della valle venivano spediti i prigionieri costretti ai lavori forzati. Secondo una leggenda – perché c’è sempre bisogno di dire di essere l’origine del mondo – il tamburello nasce proprio qui e con questi lavoratori che nel loro tempo di riposo avrebbero creato dei tamburelli con la pelle d’asino. Così iniziò un gioco che si propagò nelle diverse province e da lì nelle regioni.

Vero o no, sta di fatto che a Dossena, ogni volta che la squadra scende sullo sferisterio a calpestare la polvere del campo, sono sempre più di duecento le persone che vengono a vedere e a fare tifo per i propri beniamini.

Il 2024 segnerà una data importante per la società del Dossena. Infatti, compirà 60 anni, essendo stata fondata nel 1964. E dal 2019 a presiedere il club è appunto Daniele Consonni, già giocatore di tamburello e appassionato di Moto Enduro.

Tamburello
Consonni in versione endurista

Sul gioco della palla tamburello Consonni ha le idee chiare. Intanto si verifica la difficoltà di coinvolgere i giovani. E se non crescono i giovani, difficilmente si riuscirà a trovare giocatori locali pronti per disputare i campionati di Serie A o B. “Dovremmo trovare il modo di entrare nelle scuole e insegnare ai ragazzi la bellezza del gioco della palla tamburello”. I tentativi vengono fatti, ma spesso manca la volontà o si fatica a reperire i tecnici che vadano nelle classi a fare questo tipo di lavoro. È una questione annosa sottolineata più volte anche a livello provinciale.

Al Dossena – sottolinea Consonniabbiamo una squadra di esordienti indoor e open e una di allieve indoor, al momento non si riesce a formare una squadra di sole ragazze. L’avevamo, ma poi abbiamo dovuto smantellarla. Non aveva molto seguito e non si trovavano ragazze da inserire nel progetto”. Anche in questo caso ci si deve scontrare con una realtà sociale che rende poco o per niente sostenibile un progetto “rosa”.

Consonni fa notare alcune criticità che esistono nel più ampio mondo di questo sport. Si registra, infatti, una frattura tra la base e la Federazione. L’anno scorso, infatti, non sono mancate polemiche circa il rinvio di alcune partite, che hanno sollevato forti critiche e ripercussioni sulle società. “Alcune partite sono state rinviate per maltempo. Ma se la partita la si fa giocare nei giorni infrasettimanali – dice Consonni -, si ha il problema che i giocatori non possono essere disponibili a giocare la partita per motivi di lavoro. Questo finisce per favorire un club a discapito di altri. E questo incide sulla classifica finale”.

TamburelloConsonni pensa che per rendere più avvincente un campionato si dovrebbero prevedere almeno due promozioni e due retrocessioni. “Quest’anno ho rafforzato la squadra investendo un mucchio di soldi. E come me lo hanno fatto anche altre società e fra tutte soltanto una potrà essere promossa. Non dobbiamo avere paura del nuovo che avanza e capire che il cambiamento potrebbe portare benessere allo sport”.

Il presidente Consonni è un combattivo e crediamo che non abbandoni la propria linea di pensiero di fronte alle direttive federali tendenti al mantenimento dello status quo. Cercherà, anzi, di far fronte comune e trovare altri presidenti di società che possano far quadrato e riuscire a far modificare alcune prese di posizione nazionali.

Più che cambiare le regole, a mio modo di vedere – conclude Consonnivanno cambiate le modalità e i regolamenti dei campionati. E la Federazione dovrebbe ascoltare maggiormente e raccogliere le idee che vengono dalla base. In questa fase il lavoro della Federazione, a mio modo di vedere, è un po’ discutibile”.