Tennis: Montecarlo, Rafa “40” e non sentirli.

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Alla fine del venerdì monegasco finalmente baciato dal sole, si delineano le due semifinali che dalle 12,45 di sabato animeranno il campo centrale. In ordine di classifica, Nole Djokovic avanza al turno successivo, liberandosi in 77 minuti dell’olandese Haase, sorpresa del torneo dall'”alto” del numero 55 nel ranking mondiale. La forma non è certo quella dei giorni migliori, i motivi sono tanti e tutti validissimi (primo torneo sul rosso, grave lutto, lavoro fisico nelle ultime settimane), ma per provare a spodestare Re Rafa ci vorrà ben altro. Dopo aver ceduto il gioco di apertura sul proprio servizio, parziale di 4 a 0 e nuovo black-out (4-4). Da qui in poi il serbo cambia decisamente marcia e come contro Dolgopolv non lascia scapo al malcapitato avversario (6/4 6/2). Il prossimo ostacolo ha il fisico statuario ed il tennis posssente di Tomas Berdych, capace di estromettere il numero 3 del tabellone, nonchè 4 al mondo, Andy Murray. Partita praticamente dominata grazie ad un’insospettabile solidità mentale che potrebbe diventare la vera arma illegale della nuova vita tennistica del ceco. In altri tempi, dopo il primo set perso 7/6, non sfruttando 7 palle break totali e 4 set points, sarebbe uscito mentalmente dal campo e avrebbe probabilmente lasciato via libera al dirimpettaio. Oggi è invece salito ancora di colpi, annichilendo lo scozzese e costringendolo sulla difensiva. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, comodo 6/2 6/3 e dopo 2 ore e 36 minuti ecco in premio la meritata sfida a Nole. I precedenti testimoniano decisamente a sfavore, ma l’unico successo fino a qui ottenuto da Berdych è stata proprio una semifinale: Wimbledon 2010. Tentare, ma soprattutto sperare, non nuoce. Rafael Nadal scende in campo con il pieno di energie e fiducia contro Stanislav Wawrinka che mai nei precedenti confronti diretti era mai riuscito a strappare nemmeno un set al maiorchino. Partenza a razzo, inconsueto black-out (da 5/3 a 5/5) e nuova accelerazione per aggiudicarsi il primo set, volando avanti di un break anche nel secondo. Nonostante i pregevoli sforzi dello svizzero, la partita non riserva più sorprese e non fa altro che aggiornare il deficitario score nel testa a testa. (7/5 6/4 in 107 minuti, parziale di 8 successi a 0, 18 set a 0!) Il francese che proverà a fermare la striscia di 40 successi consecutivi del campione spagnolo è Gilles Simon. Il folletto transalpino ha la meglio sul bombardiere Tsonga in un derby che avrebbe potuto regalare ben altre emozioni. Identico punteggio finale 7/5 6/4 in poco più di un’ora e mezza, ma davvero pochissimi spunti di interesse. Il colored parte malissimo, andando sotto 0/3 e cedendo due volte la battuta, prima di ritrovare la misura del dritto e brekkare il rivale fino a raggiungerlo sul 5 pari. Qui altro game di battuta terribile, con 4 errori non forzati e primo set regalato. I tifosi sugli spalti cominciano a mugugnare, ma vedono finalmente una reazione con Tsonga che vola 4/1 e pare preparare la strada ad un terzo set di battaglia. Ecco invece che come il sole, che sparisce dietro i monti del Principato, il numero 5 del mondo esce anticipatamente dal campo, subendo un’inspiegabile parziale di 5 giochi a 0. Simon arriva per la prima volta in semifinale, superando anche un piccolo problema fisico che lo costringe ad avvalersi della consulenza di medico e fisioterapista. Ora lo attende la sfida “impossibile” al dominatore della terra rossa, ma come per Berdych, il sogno sarà quello di “rovinare” la finale da tutti pronosticata.

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( commento di Luca Polesinanti )