L’Agnelli Tipiesse prima butta due set, poi spreca 4 match point al tie break

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Agnelli Tipiesse Bergamo-Conad Reggio Emilia 2-3
(21-25 15-25 25-21 25-21 17-19)
BERGAMO: Cargioli 9, Finoli 1, Terpin 14, Pierotti 12, Larizza 7, Padura Diaz 26, D’Amico (L), Mancin. N.E. Ceccato, Abosinetti, Baldi, De Luca. All. Graziosi.
CONAD REGGIO EMILIA: Conad Reggio Emilia: Garnica 2, Held 22, Sesto 6, Cantagalli 27, Cominetti 16, Zamagni 12, Cagni (L), Marretta (L), Morgese (L), Mian 0, Suraci 1, Scopelliti 1. N.E. Catellani. All. Mastrangelo.
ARBITRI: Talento, Pristerà.

Un ace di Held trasforma la bella in un incubo. L’Agnelli Tipiesse prima rimonta due set dopo un’oretta non giocata, poi non riesce a trasformare quattro match-point e deve capitolare. Per la terza volta su tre tie-break contro Reggio Emilia. Ma questo, naturalmente, fa più male di quello subito in Coppa Italia e di quello del pareggio nella serie di semifinale. Perché questo spezza un sogno che, da compromesso, era sembrato a un passo. Invece in finale, contro Cuneo, va una Conad che ha mostrato il cinismo mancato dall’altra parte del campo.

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Bergamo porta ancora in corpo le scorie nel finale ricco di fiele di gara 2. Reggio Emilia allora capitalizza nuovamente la situazione e inizia a martellare dalla linea dei nove metri. La specialità della casa reggiana porta alla ribalta Cantagalli (11 punti, 80%). Talmente devastante da far male per due volte e, con il contributo di Held, fissa il 9-15. I rossoblù rincorrono, riescono a dimezzare (17-20), ma si fermano lì. Chi invece non ha la minima intenzione di arrestare il proprio incedere sono gli ospiti che inaugurano meglio anche la ripartenza. Anche perché lo specchio del momento critico dei padroni di casa è la parallela out di Terpin (5-10). Non passa una banda, non passa nemmeno l’altra quando Pierotti viene stoppato da Sesto (8-14) e poi da Cantagalli (9-16).

Una squadra sola in campo che difende e contrattacca con automatismi al limite della perfezione contro l’altra che sembra la lontana parente di quella ammirata per larghissimi tratti della stagione. Lo 0-2 matura in 52′ e la dice lunga su un blackout inspiegabile dei nostri. Il primo break orobico, fa perfino sensazione sottolinearlo, arriva all’alba del terzo periodo (6-4). Pierotti rianima se stesso e i compagni con il muro del 10-6 che costringe Mastrangelo a fermare il gioco.

La frenesia pare finalmente in freezer, Padura Diaz (5,71%) ne mette tre consecutivi (19-16). Quello che fa male è il muro di Terpin che anticipa il rientro in partita dei ragazzi di Graziosi. O meglio, per essere più obiettivi che severi, l’inizio della “bella”. Anche se il break piazzato da Reggio Emilia (da 8-5 a 9-11) è solo un altro prologo di un periodo tra ribaltamenti, nervi e video-check . L’allungo sul 20-18 è quello giusto, visto che Bergamo tiene con Padura Diaz e rimanda tutto al tie-break con un muro di Cargioli. Il rush finale è vietato ai deboli di cuore, ma mentre Bergamo spreca (due volte il doppio vantaggio) e quattro occasioni per il 3-2. La Conad non fa sconti e fa centro alla prima.