Il giorno dopo il 70esimo anniversario del 25 aprile è domenica. Nel giorno della ricorrenza nazionale si sono giocate due partite che hanno visto impegnate le squadre milanesi. C’è grande attesa per il derby di Torino, dove i granata ospitano allo stadio comunale i bianconeri prossimi al quarto scudetto consecutivo. La partita è gagliarda, regala emozioni, bella da vedere. Il Toro riesce a matare la Juve dopo 20 anni. Ci sarebbe da raccontare un pomeriggio di sano entusiasmo sportivo. Invece la cronaca nera surclassa le gesta calcistiche. Bus juventino assaltato ed è una fortuna che i finestrini siano rimasti integri e gli occupanti, calciatori, dirigenti e accompagnatori, illesi. Episodio di una vigliaccheria assoluta, che contrasta con le immagini di un tempo, quando l’arrivo in città o allo stadio di una grande squadra era salutato dall’entusiasmo e dalla caccia all’autografo. Vigliacco, incivile e antisportivo. Una barbarie che getta fango sulla città di Torino, che in questi giorni si presenta agli occhi del mondo per l’ostensione della Sindone. Ancora più grave quanto accaduto gli spalti, con l’esplosione di una bomba carta nella curva granata. Chi sia stato, ovvero di quale colore sia il gesto irresponsabile e criminale, conta solo ai fini giudiziari. E’ un miracolo che non abbiamo assistito a un nuovo Heysel. Perché un ordigno del genere può provocare panico sufficiente a spostare come un’onda impazzita la massa di spettatori. Si sarebbe parlato solo di questi insani episodi, fuori e dentro lo stadio comunale di Torino, con le conseguenti e serie riflessioni, se German Denis, attaccante dell’Atalanta e professionista pacato, non avesse perso i lumi della ragione sotto le minacce dell’empolese Tonelli, al quale ha rifilato un pugno sul volto invece che denunciarne il comportamento all’arbitro e ai delegati di Lega. Questo è un episodio circoscritto, frutto della collera che mai deve sfociare nella forma manesca, punito dal giudice sportivo con cinque giornate di squalifica. La bomba carta di Torino è qualcosa di diverso: c’erano i presupposti per provocare una strage.