Espulsioni a tempo per punire i simulatori. E’ l’ultima idea del Il presidente della Fifa, Joseph Blatter, vuole punire i simulatori e arriva ad appoggiare l’idea avanzata da Michel Platini che propone di fare come nel rugby, relegando fuori campo per 10 o 15 minuti i protagonisti delle sceneggiate. E ribadisce le regole sugli infortuni in corso di gioco, veri e finti. Blatter spiega che se un giocatore è a terra, alla squadra avversaria non è richiesto di mettere la palla fuori e l’arbitro deve intervenire solo se ritiene ci sia di mezzo un infortunio serio. Se il giocatore finito a terra cerca di rientrare in campo subito dopo essere stato portato via, l’arbitro può allora farlo aspettare fino a quando l’inferiorità numerica non abbia avuto un impatto sulla partita. Si tratterebbe di una penalità a tempo e potrebbe spingere i simulatori a riflettere.
Secondo Blatter, dare un taglio a questi imbrogli sarebbe una forma di rispetto verso avversari e tifosi ma anche verso se stessi in quanto professionisti e modelli. Questo genere di cose viene trattato con disprezzo in altre discipline sportive ma è diventato qualcosa di accettato, di normale nel calcio. Anche se la simulazione è qualcosa di scorretto e appare assurda quando viene rivista al replay, c’è chi la considera una furbata o, nel peggiore dei casi, un peccato veniale. Blatter si riferisce anche a certi tuffi in area per avere un rigore. Una cosa definita profondamente irritante, specie quando il giocatore mezzo morto torna alla vita non appena lasciato il campo. Il presidente della Fifa si riferisce sarcasticamente alla linea del fallo laterale, che a suo dire sembra avere poteri rigenerativi che nemmeno i medici sanno spiegare.
Il giro di vite contro i simulatori potrebbe essere attuato, ma restano i dubbi quando non si vuole adottare la prova televisiva in campo, proprio come avviene nel rugby. Un quarto o quinto ufficiale di gara potrebbe visionare le immagini dall’esterno, soprattutto nei casi di palese simulazione e falli non visti dall’arbitro.