Svuotare la loggia degli imbecilli

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Balotelli5La loggia degli imbecilli, nei piccoli e grandi teatri del calcio, continua ad essere frequentata assiduamente, al punto che la pacatezza e il buon senso, quantunque in rapporto 100 a 1, finiscono per essere strozzate dall’assurdo appunto gutturale che, associando una consonante e l’ultima delle vocali in forma multipla e riverberata, si traduce in manifestazione di scherno verso l’individuo di carnagione scura. Lo sport, per fortuna, è spettacolo che vede protagoniste tutte le razze ed etnie. In campo ci va chi dimostra di avere i numeri per fare squadra. E’ la migliore lezione di vita a cui si possa assistere. Non ne sono convinti e neppure partecipi gli imbecilli, che spuntano come funghi velenosi non solo nei settori del tifo organizzato. Quando l’arbitro Rocchi ha deciso la temporanea sospensione della gara tra Milan e Roma, dopo i ripetuti insulti a Mario Balotelli, si è toccato il fondo, ma è stato lanciato pure un segnale netto. Non si può continuare a tollerare tali bassezze che rischiano di affibbiare al popolo e agli sportivi italiani la patente di razzisti tout-court. E neppure si può consentire di cedere alla minutaglia degli imbecilli il potere di condizionare una partita provocandone l’interruzione. Purtroppo gli stadi da tempo non sono circoli oxfordiani e i cori offensivi toccano, ahinoi, varie entità della società civile e talvolta anche la memoria di chi non c’è più. Il minuto di silenzio fatto osservare all’inizio delle partite del turno infrasettimanale di serie A è stato uno spettacolo indecente. Nessuno, a questo mondo, è disposto a tollerare la pratica dell’insulto permanente. Nessuno, sportivo dotato di etica e buon senso, è disposto a diventare spettatore passivo di tale irriguardoso e offensivo atteggiamento. Tutti dobbiamo chiederci se bastano gli appelli lanciati dagli altoparlanti nell’arena a partita in corso o semmai preoccuparci di quanto accade poi nella vita di tutti i giorni e poi trascinato sugli spalti. La sensazione è che ci sia qualcosa da ricostruire e riparare un corto circuito che rischia gradualmente di estendersi all’intera rete.

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