di Giambattista Gherardi
Nell’ambito della sedicesima edizione della rassegna “A Levar l’ombra da terra”, la Val Gandino propone fra il 6 luglio e il 3 agosto quattro reading teatrali che hanno quale filo conduttore “Storie di Sport” legate alla seconda metà del ‘900.
Si parte da Casnigo, dove giovedì 6 luglio alle 21 (Cortile Circolo Fratellanza, in caso di pioggia nel vicino teatro) è in programma la serata “Nadia Comaneci”. La voce di Virginia Zini accompagnata dalla musiche di Giulia Bertasi narrerà, attraverso il testo scritto a quattro mani con Livia Bonetti, la storia della giovanissima ginnasta rumena che stupì il mondo alle Olimpiadi di Montreal del 1976, intrecciandosi con la politica e le prepotenze del potere di quegli anni.
Giovedì 20 luglio sarà la volta di Peia (ore 21 presso il Centro Sportivo, in caso di pioggia Sala Polivalente di via Cà Bettera) con il reading “Trentacinque secondi ancora” proposto da Giulio Baraldi con l’accompagnamento alla chitarra di Marco Turriziani. È la storia dei velocisti neri degli Stati Uniti alle Olimpiadi di Città del Messico 1968, dei pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei 200 metri. Una storia che abbraccia i temi del razzismo, del riscatto civile, politico e sportivo.
Giovedì 27 luglio si passa all’alpinismo a Leffe (ore 21 Cortile Auditorium Pezzoli, all’interno in caso di pioggia), con il racconto “Carlo Nembrini, dalle Orobie alle Ande” con Stefano Orlandi e la chitarra di Massimo Betti.
Lo spettacolo è liberamente tratto da “Illampù-Illimani, le ultime Ande di Carlo Nembrini” il libro-diario che racconta la tragica vicenda dello scalatore di Nembro, morto nel 1973 mentre tentava in Bolivia il recupero di uno scalatore francese precipitato in un crepaccio.
L’ultimo appuntamento, giovedì 3 agosto (ore 21 – Spazio Lostmymind via Ciro Menotti, 14) è in programma a Gandino. Si intitola “I Mondiali della Vergogna” ed è dedicato al Mundial calcistico del 1978 in Argentina.
Massimo Bonechi, accompagnato al piano da Alessio Betti, racconta di una edizione macchiata dalle violenze (nascoste e dissimulate) della dittatura di Videla contro gli oppositori, negli stessi giorni in cui la nazione appariva in festa per un titolo poi conquistato. È la storia della tragedia collettiva di un popolo attraverso la metafora sportiva: il calcio come leva politica, come grande collettore di emozioni, come fenomeno di massa, come rituale tragico. E come grande anestetico di coscienze.
Tutte le serate sono a ingresso libero e godono del patrocinio dei Comuni della Val Gandino, del Sistema Bibliotecario Valle Seriana, della Pro Loco Gandino e del Distretto “Le Cinque terre della Val Gandino”.