Roger Federer si aggiudica il Master 1000 di Madrid, sconfiggendo Tomas Berdych e mette la freccia nel ranking ATP, sorpassando Nadal. Da lunedi sarà numero 2 al mondo e il torneo di Roma si prospetta come interessantissima corsia preferenziale, in cui i 2 avversari diretti si ritroveranno di fronte per definire le posizioni in vista del secondo Slam di Parigi. Eliminati i più pericolosi rivali, più dalla terra blu che dagli avversari, lo svizzero appariva come il naturale favorito, ma la forma e la consistenza del ceco non garantivano facili pronostici a tifosi ed appasionati. Quasi a certificare queste sensazioni, Tomas parte alla grandissima, volando 4/1 con 9 vincenti e solo 1 errore gratuito. Da qui in avanti rispettando i turni di servizio, il set si chiude 6/3 con Re Roger cupo e malconcio al cambio di campo. Dopo un breve intervento del medico, si riparte e le parti si invertono, con il break a vantaggio del rossocrociato che sale lui questa volta 5/3, ma si deve arrendere ad un “miracoloso” game dell’avversario, capace di annullare anche un set point prima di rientrare sul 5/5. Come una piuma sospinta dal vento, che si trova improvvisamente senza folate favorevoli, nel dodicesimo game, Berdych “atterra” e si arrende ad un deleterio doppio fallo sul 30-40. 7/5 Federer e tutto da rifare. Ultimo e decisivo set, che parte sulla falsariga del secondo, l’elvetico arriva nuovamente sul 5/3, ma ancora una volta cede malamente il turno di servizio per la nuova parità: 5/5. Sembra tutto “apparecchiato” per il decisivo tie-break, ma nuovamente il dodicesimo gioco si rivela decisivo. Tre match-points annullati da Berdych con il servizio prima di gettare alle ortiche 2 comodi dritti sulla parità e cedere le armi di fronte al Re. 2 ore e 38 minuti di gioco per la vittoria numero 20 nei Master Series, la numero 74 in carriera. Ed ora tutti a Roma. Sul fronte WTA, invece nessun equilibrio, come speravano gli spettatori accorsi a sfidare la calura estiva del centrale all’ora di pranzo. Serena Williams domina la numero 1 del mondo, Victoria Azarenka 6/1 6/3 in poco più di 60 minuti. Settimo successo su otto confronti diretti per la statunitense, 41o titolo in carriera, secondo nel 2012. La bielorussa apparsa stranamente nervosa, nulla può contro la più giovane delle sorelle Williams, apparsa troppo solida e mostruosamente efficace al servizio (14 aces) a fronte della pochezza avversaria proprio nei colpi di inizio gioco, che avevano fatto la differenza per la Azarenka in questo 2012. Anche per lei, la prossima settimana romana potrebbe avere il gusto della rivincita.
( commento di Luca Polesinanti )