Come da pronostico è Novak Djokovic a “succedere” a se stesso sconfiggendo lo scozzese Andy Murray nella finale maschile. Decisamente più facile il successo rispetto al 2012, perchè sono”bastate” 3ore e 40minuti per aggiudicarsi l’incontro in 4 set. Primo parziale con il serbo che pare in controllo, ma spreca 5 occasioni per brekkare l’avversario e così una volta giunti al tie-break è costretto a cederlo per 7 punti a 2, incappando nell’unico passaggio a vuoto che gli costa uno 0-4 di parziale iniziale, assolutamente irrecuperabile. Secondo set, sulla falsariga di quello precedente con le prime di servizio a farla da padrone e contendenti nuovamente al tie-break. Qui è ancora una volta il servizio a fare la differenza, perchè sul 2 pari arriva uno scellerato doppio fallo dello scozzese che apre la strada al 7-3 finale in favore del numero 1 del mondo. Sono passate 2ore e 13minuti e tutto è tornato in perfetta parità. Si procede a colpi di servizio, ma sul 3-3 Nole estrae un tris di magie che gli consegnano altrettante palle-break, sprecate le prime 2, si aggiudica la terza chance, tenendo l’ultimo turno a 0, chiude 6/3 e passa a condurre 2 set a 1. Quarto set e spalle al muro per Andy, che sembra aver finito la benzina, le scorie della semifinale massacrante con Roger Federer ora gli attanagliano le gambe ed in un amen si trova sotto 1-4 con due break sul groppone. Ultimo sussulto per provare a riaprire l’incontro ma per due volte sullo 0-30 non trova la forza per chiudere in maniera vincente un gioco sul servizio di Novak. 6/2 e urlo di gioia associato al numero 3 in bella evidenza, 3 come le vittorie consecutive in Australia, nessuno c’era mai riuscito ed ora Djokovic può scrivere nuove pagine di storia tennistica.
( commento di Luca Polesinanti )