Tennis: Parigi, risuona la settima nota di Rafa.

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Come da programma, le finali fra Nadal e Djokovic non sono mai banali e se in questo caso non è stata la partita in sè a scrivere la storia come nel precedente incontro di Melbourne, i due rivali non si sono fatti mancare nulla. Pioggia, vento, sole, sospensioni, rinvii nell’arco di quasi 24 ore hanno fatto sì che lo spagnolo centrasse il settimo sigillo parigino. Numero 7, che significa sorpasso ad un mito della terra rossa e del tennis come Bjorn Borg, costretto a “soli” 6 successi. Ripreso il feeling con il filotto (terzo di fila), dopo i primi quattro tornei consecutivi (2005-2006-2007-2008) ed ora una nuova tripletta (2010-2011-2012). Unico intermezzo, la prima volta di Roger Federer nel 2009, gentile omaggio “concesso” dal re ai comuni mortali. Per Rafa è lo Slam numero 11 in carriera, a cui si aggiungono altri 39 tornei che portano il totale a 50 tondi tondi (quest’anno tre successi consecutivi sulla terra “rossa”: Montecarlo, Barcellona, Parigi, unica sconfitta a Madrid, ma sulla terra Blu!). La finale non è stata bellissima, anzi se si esclude qualche scambio spettacolare, nell’arco delle 3 ore e 49′, sono stati spesso gli errori più che i vincenti a segnare la fine del punto. Nella prima parte, giocata domenica, Rafa ha condotto le danze aggiudicandosi i primi due set grazie soprattutto ad una migliore resa del servizio, colpo che ha tradito il serbo, costretto a cederlo ripetutamente tanto da sprofondare 3/6 4/6 0/2 con un ultimo parziale di quattro giochi per l’iberico che non lasciava intravedere nulla di positivo per chi sperava nell’equilibrio. Poi d’improvviso, con le prime nuvole, ecco risvegliarsi il numero 1 del mondo che per la prima volta da destra esegue perfettamente un serve&volley, che gli consente non solo di conquistare un punto importante, ma anche di bypassare un blocco mentale che lo avvinghiava dall’inizio dell’incontro. Eccolo allora scatenarsi in una grande rimonta che gli porta in dote 8 games consecutivi: 6/2 2/0 e purtroppo il palcoscenico del Philippe Chatrier accoglie una nuova protagonista, quanto mai invadente. La pioggia diviene insostenibile, costringe gli operatori a coprire il campo con i teloni e gli organizzatori a rinviare la fine della sfida al pomeriggio di lunedi. Si riparte dopo quasi 20 ore di sosta forzata e Nadal riprende il filo del dominio, scappatogli per qualche minuto nella sera precedente. Controbreak immediato ed ora si va avanti di pari passo. La differenza sostanziale è che lo spagnolo chiude per 3 volte a 0 il proprio turno di servizio, mentre il serbo soffre tremendamente pur senza concedere palle break. Si arriva sul 5/4 Rafa e dopo altri 5 minuti di sospensione per uno scroscio improvviso, Nole deve salvarsi nuovamente dal 15-30. Nell’undicesimo gioco, Djokovic arriva finalmente al 30 pari, ma poi sbaglia un dritto e poco dopo un pallonetto in disperato recupero. 6/5 Nadal e la prima palla break dal 1/2 nel quarto set, coincide con il primo match-point. Tutti si aspettano uno scambio fenomenale, da ricordare, ma gli spettatori della finale si ricorderanno solo lo spagnolo sdrairsi a terra in lacrime, dopo aver visto anche la seconda di servizio di Nole finire fuori dal rettangolo di battuta. Clamoroso doppio fallo e mentre lo sconfitto si accascia sulla sedia, distrutto, il vincitore “vola” in tribuna a meritarsi gli applausi e gli abbraccci del proprio clan (genitori, allenatori, fidanzata, amici, fra cui anche il cestista Pau Gasol). L’emozione che sgorga spontanea da questo gruppo che di vittorie ne ha vissute davvero molte, ci fa capire quanto di storico sia stato scritto in questa edizione 2012 del Roland Garros.

forbes

( commento di Luca Polesinanti )