Ballarè (Manageritalia): “Bassa produttività frena la crescita e deprime i salari”

4

(Adnkronos) – "Viviamo tempi densi, segnati da grandi trasformazioni e forti contraddizioni. La crisi geopolitica, le guerre, i dazi introdotti dagli Stati Uniti, le spinte protezionistiche che rallentano investimenti e crescita. In Italia, la pressione fiscale resta elevata e colpisce in modo particolare la classe media, di cui siamo parte viva e attiva. I salari reali, come ha recentemente ricordato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno perso potere d’acquisto: secondo l’Istat, quasi l’11% tra il 2019 e il 2024. E i giovani, talentuosi, competenti, continuano a cercare altrove le opportunità che qui non trovano. Ma il tema più urgente, più profondo, è un altro: la bassa produttività della nostra economia. Una condizione strutturale che frena la crescita, deprime i salari e impoverisce il lavoro, anche quello qualificato". Lo ha detto Marco Ballarè, presidente di Manageritalia, nella sua relazione che ha aperto a Milano i lavori della 105ma assemblea della Federazione nazionale dei dirigenti, quadri ed executive professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato. "Perché la produttività -ha continuato Ballarè- dipende da due fattori chiave: la qualità del capitale umano e la capacità delle imprese di investire e innovare. E invece, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un progressivo disinvestimento proprio in queste direzioni".  Secondo il presidente di Manageritalia, "sono venute meno le misure capaci di stimolare l’aumento di capitale, di premiare chi assume, chi forma, chi cresce". "E il paradosso è che crescono i settori meno strategici, a basso valore aggiunto, mentre arretrano quelli che potrebbero generare sviluppo, competenze, futuro. Ed è da qui che dobbiamo ripartire: dai dati giusti, dalle scelte giuste". "Abbiamo chiesto con forza: equità fiscale, rispetto per le pensioni, attenzione per la classe media. Siamo chiamati ad accompagnare una nuova generazione di dirigenti. A dare strumenti, servizi, rappresentanza a quadri e alte professionalità che vogliono essere parte attiva del futuro. Con una proposta concreta. Un’identità chiara. Una voce netta". "Quest’anno abbiamo dimostrato che un’altra Manageritalia è possibile. Più unita, più aperta, più capace di agire e incidere. Ma il percorso è appena iniziato. Oggi vi chiedo di continuare a costruirlo insieme. Con coraggio, con spirito di squadra, con visione. Rappresentare non significa amministrare, significa ispirare. Abbiamo una missione: rafforzare il nostro ruolo nel Paese. Abbiamo una responsabilità: dare voce e valore a chi guida il cambiamento ogni giorno. Abbiamo un’occasione: fare di questa assemblea il luogo in cui ogni idea diventa impegno, ogni impegno diventa progetto, ogni progetto diventa realtà. Oggi più che mai, il Paese ha bisogno di rappresentanza. Di corpi intermedi forti, credibili, presenti. E noi possiamo esserlo. Se sapremo unire visione e concretezza. Se saremo interlocutori affidabili per le istituzioni. Se terremo insieme la nostra storia e il nostro futuro".  "Il nostro compito -ha continuato Ballarè- è chiaro: difendere il valore del lavoro qualificato. Chiedere riforme eque, proporre soluzioni, non solo rivendicazioni. E allora voglio chiudere con un invito. Un invito che è anche un appello. A voi, dirigenti, consiglieri, presidenti. A voi, che rappresentate i territori. Facciamo uno sforzo in più, facciamolo insieme. Perché la nostra forza è: la coerenza, la compattezza, la determinazione". Secondo Ballarè, "in un tempo in cui tutto cambia, Manageritalia deve essere un punto fermo". "Un luogo che accoglie, una voce che si fa sentire, un progetto che guarda avanti. Grazie a tutti per l’impegno, grazie per la vostra presenza, grazie per essere parte di questa storia, che oggi compie 80 anni, ma che ha ancora moltissimo da scrivere". "Crediamo in una Cida rafforzata, ma non centralizzata. Una Cida che non entri nelle competenze delle singole Federazioni, ma che lavori su temi strategici comuni: fisco, previdenza, ceto medio, sostenibilità, welfare. Con un approccio graduale, inclusivo e rispettoso delle autonomie. Solo così la Cida potrà essere ciò che serve al Paese: una voce forte, credibile, capace di rappresentare la dirigenza nelle sedi istituzionali. È stata inoltre confermata, nel dibattito confederale, la linea che abbiamo sostenuto con coerenza e determinazione. Le Cida regionali continueranno ad esistere e agiranno come strumento di supporto alle priorità nazionali".  "Questo è il nostro modello di rappresentanza: forte nei valori, concreto nelle azioni, coerente nella visione. Un modello che tiene insieme: sindacato, fondazione, confederazione, in una strategia comune per il futuro".  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

forbes