Tre sconfitte e dieci gol sul groppone non sono un bel viatico per affrontare l’abbinata casalinga Padova più Livorno. Eppure la svolta in termini di risultati e classifica per l’Albinoleffe non può che dipendere dalla voglia di riscatto e da una chiara e accorta condotta tattica. Dopo la “scoppola” di Pescara, parzialmente attutita dalla tardiva reazione nella ripresa, gli avversari che faranno visita all a squadra seriana non sono certo dei più morbidi. Il Padova, con il suo 4-3-3 e un rendimento da primato, appare esaltato dai risultati raggiunti e prosegue l’ottimo ruolo di marcia iniziato sul finire della passata stagione con la guida di Dal Canto. Il tecnico dei veneti è uno che ben conosce lo spirito dello spogliatoio in casa Albinoleffe e arriva allo stadio Atleti Azzurri d’Italia con armi bene affilate. Una sorta di prova d’appello per la difesa seriana, chiamata a rintuzzare la forza offensiva dei patavini. Mister Fortunato sembra intenzionato a sposare il 4-4-1-1 schierando Cocco e Cissè insieme dal primo minuto e, potendo avere tutti a disposizione, culla la speranza di schierare sulla linea arretrata un quartetto solido che consenta di rappresentare le scelte maturate in allenamento ed evitando di essere costretto a optare, come successo a Pescara, su due difensori centrali mancini. La ricetta per uscire dal guado è alquanto semplice: mettere in pratica le cose che l’Albinoleffe riesce a fare bene, come giocare veloce palla a terra, allontanare l’incubo del rilassamento. Una cosa appare certa. Partite come quella con il Padova possono girare bene solo se non si commettono errori dietro, che costringerebbero a inseguire permettendo all’avversario di agire in contropiede.
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