E’ morto a Roma all’età di 81 anni il grande alpinista e scrittore Walter Bonatti, che ha legato il suo nome alla spedizione italiana guidata da Ardito Desio sul K2. Nella notte tra il 30 e il 31 luglio 1954, Bonatti contribuì alla conquista della seconda vetta del mondo da parte di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. In quella circostanza Walter Bonatti scese a recuperare le bombole di ossigeno per trasportarle a spalla, insieme allo sherpa Hunza Mahdi, dal settimo al nono campo dove si sarebbero dovuti trovare Compagnoni e Lacedelli. I due compagni di cordata, in realtà, si erano posizionati 250 metri più su e il buio della notte rendeva impossibile raggiungerli. Bonatti e Mahdi furono costretti ad affrontare il gelo notturno con rischio di congelamento e poterono rientrare solo il mattino seguente. Lo sherpa riportò l’amputazione di alcune dita di mani e piedi. Le bombole furono poi recuperate da Compagnoni e Lacedelli che raggiunsero la vetta. Una vicenda che provocò numerose polemiche, parzialmente superate solo nel 2004 quando il Club Alpino Italiano riconobbe la veridicità della versione di Bonatti assegnandogli il ruolo fondamentale nella conquista della montagna. Nel 2008 anche la Società Geografica Italiana si associa al CAI restituendo pieno dignità all’operato di Walter Bonatti. L’alpinista bergamasco è stato protagonista di numerose scalate, tra cui quella al Gasherbrum IV, e di numerose spedizioni esplorative in tutti i continenti fino all’Antartide.
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