L’Italia non riesce a guarire dal mal di amichevole e il ct Prandelli, che aveva esordito con una sconfitta nel test sostenuto nel 2010 contro la Costa d’Avorio, deve inchinarsi all’Irlanda guidata dal maestro Giovanni Trapattoni con a fianco Marco Tardelli. Una sconfitta per due a zero nello stadio di Liegi, meta di migliaia di sostenitori azzurri, in larga maggioranza immigrati. Gara bagnata e un gol per tempo, il secondo segnato dagli irlandesi in contropiede quasi al 90esimo. Della squadra azzurra brillante e dinamica vista all’opera nella gara ufficiale di Modena resta ben poco. Innanzitutto perché lo schieramento è completamente ridisegnato. Viviano tra i pali, difesa con Chiellini e Gamberoni centrali, Cassani e Criscito esterni; Marchisio, Pirlo e Nocerino a centrocampo con Montolivo traquartista generoso ma poco convinto del suo ruolo; Rossi e Pazzini coppia d’attacco. Questo nel primo tempo, quando l’Italia fa qualcosa ma solo con tiri dalla distanza. Nella ripresa subito dentro Palombo e Matri al posto di Pirlo e Giuseppe Rossi. Al quarto d’ora Giovinco per Nocerino e Gilardino per Pazzini, dopo la mezz’ora Balzaretti al posto di Criscito. Per quanto si è visto, sarebbe stata una partita a reti bianche senza le due disattenzioni difensive che hanno permesso all’Irlanda di segnare su calcio di punizione indiretto e raddoppiare facendosi cogliere di sorpresa nelle battute finali. I saldi di stagione si trasforma in riflessione, perché – come ammette onestamente – mancano intensità e profondità. Insomma, una squadra statica, senza nulla in comune con quella vista all’opera contro l’Estonia.
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