Giochi 2020, troppi rischi, dolorosa rinuncia

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Per la candidatura di Roma ai giochi Olimpici del 2020 ‘abbiamo esaminato progetto con grande attenzione’, in particolare per quanto riguarda ‘l’analisi economica’ e ‘alla fine siamo arrivati alla conclusione unanime che il Governo non si sente e non ritiene che sarebbe responsabile nelle attuali condizioni per l’Italia assumere la garanzia finanziaria’ richiesta.

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Questa la dichiarazione resa dal presidente del consiglio, Mario Monti, che cancella l’ipotesi di offrire le garanzie finanziarie richieste dal Comitato Olimpico Internazionale a sostegno della svolgimento dei Giochi nella capitale. La situazione economica non lo permette e non lo permetterebbe – ha fatto capire chiaro e tondo il premier, confermando le sensazioni dei vertici del comitato promotore di Roma 2020: il presidente Mario Pescante, Gianni Letta, il presidente del Coni Gianni Petrucci e il sindaco Gianni Alemanno. Monti ha spiegato che l’Italia non può permettersi di correre rischi, considerando che il Paese ospitante deve farsi carico di eventuali deficit. Il presidente del consiglio ha specificato che la decisione è stata assunta all’unanimità da tutti i ministri, nella consapevolezza che il Paese nei prossimi vent’anni sarà impegnato in un’operazione di rientro dal debito pubblico.

Più che una decisione, una sentenza. Sulle valutazioni del governo Monti hanno pesato, e non poco, i risvolti dei Giochi di Atene 2004 che hanno inciso in maniera funesta sull’economia della Grecia e i costi praticamente raddoppiati delle Olimpiadi di Londra 2012. La prudenza e il senso di responsabilità richiamati da Monti prevalgono sul coraggio di investire sulla base di una previsione di impatto economico positivo in termini di Pil e occupazione. Decaduta la candidatura di Roma, restano in piedi quelle di Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku. La scelta verrà fatta a Buenos Aires il 7 settembre 2013.