Internazionale e Intermondiale: trionfo ad Abu Dhabi

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L’Inter è campione del mondo. Per la terza volta nella sua lunga storia, 45 anni dopo il doppio titolo conquistato dai nerazzurri guidati dal “mago” Helenio Herrera. Il destino pone sul cammino della squadra di Benitez i congolesi del Mazembe, autori di una straordinaria impresa contro l brasiliani del Porto Alegre. Pronostico sovvertito per l’avversaria da incontrare in finale, ma uguale impegno per portare a casa il risultato. L’Inter ne segna tre, com’era accaduto in semifinale, e alza il trofeo del Mondiale per club. Basta 17 minuti per mettere al sicuro il risultato. Il protagonista è un africano doc, Samuel Eto’o che apre le mercature e confeziona l’assist per il raddoppio di Pandev. Milito spreca all’inverosimile e allora Biabiany a 5’ dal termine si toglie la soddisfazione di firmare la terza rete. La clamorosa sorpresa iniziale allo Zayed Sports City di Abu Dhabi è l’esclusione di Stankovic, che va in panchina lasciando il posto a Thiago Motta. Scelta tecnica, si dirà. Il serbo, protagonista assoluto della vittoriosa semifinale con i coreani, non la prende bene. L’uno-due dell’Inter tra il 13’ e il 17’ toglie ogni dubbio sull’esito del match. Il seguito è un confronto sotto controllo dei nerazzurri. E’ il quinto titolo del 2010 per il presidente Moratti che eguaglia papà Angelo. Ma l’epilogo della finale non è dei più dolci, perché Benitez ai microfoni di tv e sala stampa lancia il suo anatema sui rinforzi da venire. “Io voglio” è il dettato del tecnico. Moratti signorilmente glissa, ma il deserto tra Benitez e l’Inter sembra più vasto di quello che circonda Abi Dhabi.

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