L’Inter di Leonardo mangia i galletti baresi, imponendosi per 3-0, e si porta a -7 dal Milan con una gara ancora da recuperare. Continua la rimonta dei nerazzurri, decisamente corroborati dagli innesti dei nuovi acquisti di gennaio. Il franco-marocchino si inserisce alla perfezione a centrocampo dove Thiago Motta è sempre più una pedina inamovibile (chissà che non lo diventi anche nella nazionale di Prandelli). Pazzini lì davanti è pronto a colpire. L’Inter vista allo stadio San Nicola torna implacabile, sebbene la partita con la squadra di Ventura non possa dirsi una passeggiata. Forse sarebbe diventata ben altro se arbitro e assistenti avessero visto l’insano gesto consumato da Chivu, il quale, assalito da raptus, al 15’ del secondo tempo sferra un pugno da ko a Marco Rossi mentre il gioco si svolge ben lontano dai due. Una follia che, comunque, in virtù della prova televisiva, costerà cara al difensore rumeno. Di buono c’è che Chivu ammette la stupidaggine e formula pubblicamente le sue scuse a Marco Rossi, che signorilmente accetta. Anche questa può considerarsi una buona lezione. L’Inter resta a pieno organico e fa la differenza nell’ultimo quarto di gara. Il risultato si sblocca al 25’ della ripresa, quando il rombo di Leonardo accelera con una bella apertura di Thiago Motta per Samuel Eto’o che da sinistra piazza il pallone per Houssine Kharja, il cui rasoterra fulmina Gillet. Un altro uomo del destino, un altro neo acquisto che entra negli schemi dell’Inter e torna al gol su azione dopo due stagioni. Il Bari, che gioca bene ma non è efficace in fase offensiva, si sbilancia inevitabilmente nel finale subendo altre due reti che rendono il passivo pesante e, diciamolo francamente, ingiusto. Accade tutto intorno al 90’. Pazzini timbra la sua presenza con il terzo gol in nerazzurro, sfruttando un contropiede innescato da Thiago Motta, e poi Sneijder festeggia il suo ritorno in campo concludendo con una impeccabile girata un assist di petto di Kharja. Leonardo vince l’incontro quando passa dallo schieramento a tridente, con Pazzini-Milito-Eto’o, al rombo con l’ingresso di Sneijder. Un segnale importante. La squadra è in grado di cambiare in corsa e adattarsi alle circostanze. Non è cosa da poco.
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