Tennis: Djokovic inarrestabile, Nadal si arrende a Miami

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Novak Djokovic trionfa anche nel “Sony Ericsson Open”, secondo “Masters 1000” stagionale, che si è concluso sui campi in cemento di Miami, in Florida. In una splendida finale il serbo, numero due del seeding e del ranking Atp, supera per 46 63 76(4), in tre ore e ventuno minuti di gioco, lo spagnolo Rafa Nadal, numero uno del mondo. Per Djokovic si tratta del quarto titolo stagionale.
Il serbo appare superiore allo spagnolo proprio sul piano fisico. Parte bene Rafa nel primo set: va avanti di due break (terzo e quinto gioco) volando 5-1, subisce il ritorno di “Nole” ma poi riesce a chiudere il primo parziale per 64 dopo un’ora di gioco di alto livello. Secondo set dominato da Djokovic che sale 3-0 (break a secondo gioco) e poi 4-1 prima di aggiudicarselo per 63. Nel terzo set si segue la regola del servizio (nessuna palla break), anche se Nadal sembra fare più fatica. Sul 6-5 Nadal con il serbo al servizio (15-30) Rafa arriva a due punti dalla vittoria. Si va invece al tie-break: lo spagnolo sale 2-1 (con mini-break di vantaggio) ma poi subisce cinque punti di fila del serbo che chiude per 7 punti a 4. Il bilancio dei confronti diretti vede ancora avanti Nadal (16-9) ma “Nole” ha messo a segno un uno-due tra Indian Wells e Miami. Djokovic quest’anno è ancora imbattuto: quattro titoli (Australian Open, Dubai, Indian Wells e Miami) ed una striscia positiva di 24 match (26 se si considerano i due singolari della finale di Coppa Davis dello scorso dicembre). Negli ultimi trent’anni solo due giocatori hanno fatto meglio del serbo in avvio di stagione: 39 successi di fila per McEnroe nel 1984, 25 di per Lendl nel 1986. Miami ancora stregata, invece, per Nadal: il 24enne mancino di Manacor è stato finalista, oltre che quest’anno, anche nel 2005 fermato in cinque set da Federer e nel 2008 battuto in due set da Davydenko. Il maiorchino in carriera vanta 43 trofei nel circuito maggiore ma in questo 2011 non ha ancora conquistato un titolo e quella a Miami è stata la seconda finale in un avvio di stagione ancora una volta rovinato da un infortunio (al quadricipite della gamba destra nei quarti agli Australian Open)

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