Enrico Zanchi sogna il baseball internazionale: “Punto a giocare gli Europei con l’Italia, ma la meta rimane trasferirsi Oltreoceano”

Il 25enne di Alzano Lombardo ha raccontato la propria esperienza da lanciatore che ha portato i Palfinger Reggio Emilia alla salvezza in Serie A.

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“Sognando California” cantavano i Dik Dik a metà degli Anni Settanta, ma la sua California Enrico Zanchi sembra averla trovata a Reggio Emilia.

Il 25enne di Alzano Lombardo è diventato un pilastro dei Palfinger Reggio Emilia trascinando la squadra alla salvezza nel campionato di Serie A dopo una stagione da protagonista.

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Il giovane bergamasco ha brillato in qualità di lanciatore, un ruolo difficile da interpretare, ma che in futuro potrebbe permettergli di spiccare il volo anche all’estero.

Come si è avvicinato a questo sport non così comune in Italia?

Ho iniziato la mia carriera giocando nella Basket Seriana, fino alla seconda/terza elementare. Poi vedendo qualche film e mi sono appassionato al baseball. All’epoca i social non erano ancora così sviluppati, così ho chiesto a mia madre se conoscesse qualche squadra e fortunatamente a Bergamo c’era una formazione. Da lì non ho mai smesso di giocare. 

Perché ha scelto il ruolo di lanciatore?

In realtà in quella posizione ci sono arrivato molto tardi perché nasco come ricevitore, cioè colui che si accompagna con il lanciatore, recuperando la palla alle spalle del giocatore in pedana. Essendo cresciuto fisicamente, diciamo che ero più adatto a fare il lanciatore e così ho potuto ricoprire un ruolo che mi affascinava da tempo. La scelta era praticamente scontata e da lì non ho più smesso. 

Ha dovuto emigrare a Reggio Emilia poi per giocare in A …

Sì, purtroppo a Bergamo abbiamo una squadra in Serie C che è il livello base per quanto riguarda gli adulti. A diciotto anno sono andato in prestito a Brescia perché non riuscivamo a formare una squadra nostra a Bergamo, mentre là c’era una formazione in Serie A. Così ho iniziato facendo panchina, prendendomi piano piano lo spazio che mi spettava e mi sono trasferito per tre anni a Bolzano. Ho fatto trasferte spesso impegnative prima di spostarmi un anno a Parma e infine a Reggio Emilia dove sono da tre anni.

Com’è stato strappare la salvezza con una sua grande prestazione?

E’ stata una stagione di alti e bassi visto che il nostro campionato si è alzato parecchio di livello. Noi arrivavamo con una squadra molto giovane, con tanti ragazzi alle prime armi per questa categoria. Per fortuna siamo riusciti a guadagnare un po’ d’inerzia nelle ultime sfide e ciò ci ha portato a fare un bel finale di stagione.

Quali emozioni ha provato nel condurre la sua squadra alla salvezza?

E’ stato  bellissimo, soprattutto perché abbiamo davvero fatto tutti tanta fatica, quindi abbiamo dovuto affrontare un campionato molto difficile a livello fisico e tante volte anche a livello emotivo. Abbiamo avuto dei periodi in cui si faceva fatica pure a assegnare punti, a vincere, abbiamo avuto sei o sette sconfitte di fila che su un campionato di una trentina di partite che comunque sono tante, si fanno sentire, per cui vedere tutta la squadra che in un certo senso abbiamo dimostrato quello che potevamo valere, è stato bellissimo come una vittoria. Una vittoria di squadra davvero bella. 

Nazionale di Baseball
Enrico Zanchi al lancio con la tuta della Nazionale
Cosa si prova a vestire la maglia della Nazionale?
E’ stato bellissimo, un super onore, anche perché non ci sono abituato. Ho partecipato ad alcuni raduni, ma per me è stato comunque un grande onore. Fa sempre molto strano perché la Nazionale rimane uno dei miei grandi obiettivi ed effettivamente quando senti suonare l’inno italiano prima delle sfide, giocando al fianco di moltissimi ragazzi che ho sfidato. 

La vedremo in azzurro al World Baseball Classic?

Quello è probabilmente uno degli obiettivi più difficili da raggiungere perché quando la Nazionale affronta eventi di questo genere, tende ad arricchirsi di giocatori italo-americani dal doppio passaporto, che hanno quindi un’esperienza internazionale e una qualità di gioco superiori ai nostri. Forse ci sarà la possibilità di prendere parte agli Europei visto che la Nazionale ha l’obiettivo di qualificarsi fra i primi tre. Si giocherà a Senago per puntare alle fasi finali a Rotterdam.

Non ha mai sognato di giocare negli Stati Uniti?

Assolutamente sì, ma tendenzialmente nel mondo americano si tende a scegliere i talenti quando sono molto giovani, motivo per cui è difficile entrare in franchigie americane a quest’età. In questo momento sento di aver raggiunto una maturità sportiva, motivo per cui in futuro proverò a fare qualche esperienza all’estero, magari non negli Stati Uniti visto che il baseball sta crescendo anche in Australia, in alcuni paesi dell’Asia e del Centro America come Venezuela, Messico o Nicaragua che presentano campionati fortissimi.

Quali sono i prossimi obiettivi?

Vorrei concentrarmi e tenere alto il ritmo in caso di una convocazione per gli Europei che saranno a settembre. In questo momento cercherò di mantenere la forma fisica poi nel caso di prepararmi per il prossimo campionato, magari iniziando con qualche sorpresa come trovare una squadra straniera.