La ginnasta afroamericana e la judoka araba

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Le americane ci hanno preso gusto nella ginnastica artistica collezionando il terzo successo assoluto di fila alle Olimpiadi. Stavolta , però, la medaglia d’oro è finita al collo di Gabrielle Douglas con il punteggio di 62.232, appena 3 decimi in più della russa Victoria Komova (61.973) e nettamente davanti alla terza classificata, l’altra russa Aliya Mustafina (59.566). La Douglas, 17 anni il prossimo 31 dicembre, è la prima afroamericana a trionfare nel concorso generale. In tutti gli attrezzi e al corpo libero, ha realizzato sempre punteggi superiori a 15.000, sbalordendo per la sicurezza e l’eleganza. Un trionfo accompagnato da una straordinaria serenità e dolcezza, mentre la sua avversaria diretta Komova prendeva atto di essere rimasta ancora attaccata all’argento, lo stesso conquistato ai mondiali di Tokio 2011, a causa di un paio di indecisioni alla trave. Fuori dal podio, dopo quarant’anni dall’ultima volta, le ginnaste rumene. A secco anche le cinesi, dopo il bronzo di Yang Yilin a Pechino 2008. Per la ginnastica italiana la soddisfazione di aver piazzato due atlete nella finale individuale, dopo il settimo posto a squadre. Vanessa Ferrari ha chiuso all’ottavo posto (57.999), ottenendo il miglior risultato nella storia della ginnastica azzurra alle Olimpiadi. Ventunesima Carlotta Ferlito (55.098). Un traguardo che permette agli organi federali di guardare avanti con fiducia per rendere sempre più forte e competitiva la scuola italiana.
I Giochi di Londra 2012 saranno ricordati anche per la bella e dignitosa apparizione della judoka 16enne Wojdan Shaherkhani, rappresentante degli Emirati Arabi Uniti, prima atleta araba a lottare con il tradizionale velo o hijab. La sua gara è durata poco meno di due minuti, perché la Shaherkhani è stata sconfitta dalla portoricana Melissa Mojica, ma ha ricevuto in premio il lungo e caloroso applauso del pubblico.

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