Vanessa è il nome di una grande e variopinta farfalla, capace di ibernarsi per alzarsi in volo anche nelle giornate soleggiate d’inverno. Farfalla è l’appellativo attribuito alle ginnaste ritmiche che mietono titoli mondiali, europei e olimpici colorando d’azzurro il podio delle manifestazioni che le vedono stabilmente protagoniste, al punto da rappresentare la sola scuola in grado di contrastare la storica tradizione dell’universo russo e dell’Est Europa. Purtroppo Vanessa non sempre si lega alla grazia e all’eleganza della farfalla. Lo ha dimostrato una delle nostre ginnaste artistiche di punta, la bresciana Ferrari che di nome fa proprio Vanessa, lasciandosi andare a dichiarazioni quantomeno discutibili rilasciate a un quotidiano della sua città. Secondo la 21enne brescia, campionessa mondiale nel concorso generale 2006 e alla sua seconda Olimpiade, la vera e sola ginnastica è la specialità artistica, mentre la ritmica sarebbe per ballerine fallite. Uno choc per il movimento della ginnastica italiana, che coglie di sorpresa i vertici federali e crea un’atmosfera certamente non ideale per affrontare la difficile sfida a cinque cerchi. Nel tentativo di ricomporre lo strappo e la conseguente lacerazione, Vanessa Ferrari è stata invitata a fare precisazioni parlando di fraintendimento, decisamente improbabile, considerato il taglio dell’intervista. A suo dire, o meglio ridire, si sarebbe riferita ai problemi legati alle giurie che alterano i valori espressi nelle competizioni di ritmica. Una buona ragione per tagliare la ritmica dal programma olimpico. E la precisazione, pubblicata sul sito web di federginnastica, appare ancora più imbarazzata dell’imbarazzante caduta di stile. Il commento di Emanuela Maccarani, artefice della gloriosa stagione delle farfalle azzurre, è invece eloquente e signorile, perché si limita a osservare che, qualora le affermazioni irriguardose nei confronti delle compagne di disciplina fossero state riportate fedelmente, allora la ginnasta Ferrari non meriterebbe risposta e si assumerebbe la responsabilità di quanto dichiarato di fronte alla Federazione. Vanessa vorrebbe ammesso alle Olimpiadi il rubgy, sport praticato dai due fratelli. Ma allora, perché ricorrere a confronti senza senso, scomodare e offendere la ritmica, orgoglio e patrimonio dello sport azzurro? Il rugby esempio di fairplay: verissimo. Ma dov’è finito il suo rispetto per le avversarie, a tutti i livelli e di tutti gli sport? Peraltro, sempre su un altro sito web bresciano, la ginnasta parla della poco fortunata esperienza olimpica di Pechino 2008, quando non rese al meglio, sostenendo di non voler salvare nulla di quella partecipazione negativa, nemmeno il debutto olimpico e la sfilata alla cerimonia inaugurale. Quanto è lontana dallo spirito a cinque cerchi! Vanessa Ferrari candidata al podio olimpico? No, meglio al ruolo di attrice protagonista della serie “Immaturi”.