Brusco risveglio per Simone

572

bolelli_okC’è voluta la pioggia per riportare un tennista italiano alla seconda settimana del torneo di Wimbledon. Grazie o per colpa delle continue interruzioni, anche sabato il programma è andato per le lunghe, con la conseguente sospensione per oscurità del match di terzo turno che vedeva opposti il nostro ultimo rappresentante (Simone Bolelli) alla testa di serie numero 10, il giapponese Nishikori. Il tennista italiano entrato nel main draw come lucky-loser ha sfruttato al meglio la possibilità concessagli dalla dea bendata, giocando in maniera strepitosa contro il tedesco Philippe Kohlschreiber nel secondo turno (vittoria 7/5 al quinto set) e guadagnandosi un altro match contro-pronostico. Sempre avanti nel punteggio, si è trovato per cinque volte nel corso del quarto parziale a 2 soli punti da una ennesima clamorosa vittoria, prima di cedere al tie-break e doversi giocare tutto nell’ultimo set. Sul 3 pari la saggia decisione della sospensione ha così concesso 48 ore di recupero (la Domenica giocare a Wimbledon è quasi un sacrilegio!) ai contendenti, rientrati sul campo numero 8 lunedi in tarda mattinata. La prosecuzione dura purtroppo solo 4 giochi, di cui 3 a favore del nipponico, che dopo avere salvato una palla break nel gioco di riapertura, ha strappato il servizio all’azzurro chiudendo così 6/4 dopo 3 ore e 11minuti complessivi. Un vero peccato , anche se onestamente a Simone non si può rimproverare nulla, anzi il suo torneo lo ha già vinto superando due turni. Così ci troviamo malinconici spettatori del campionato del mondo su erba, senza nessun rappresentante nostrano per cui tifare, dividendosi così nel supporto ai vari Rafa, Nole, Andy, Maria, Eugenie, ecc..

Molti gli incontri interessanti e se nel maschile i favoriti avanzano con o senza problemi, nel femminile prosegue la moria di favorite, alla quale sembra aver trovato rimedio la sola divina Maria, che come al Roland Garros si trova attorniata da temibili outsider, che appaiono però ancora incapaci di scalfire la sua aurea predominanza. Sulla sua strada, nei quarti il prossimo ostacolo è ben noto, la canadesina sprint che nel 2014 ha centrato tutti i propri record (per la prima volta così avanti a Wimbledon, dopo le semifinali a Melbourne e Parigi), al secolo Eugenie Bouchard, si è imposta sulla francese Cornet (7/6 7/5) ed ora va ad occupare lo spot lasciato libero da Serena Williams, caduta proprio per mano della transalpina. Occhio anche alla rinata Petra Kvitova (6/3 6/2 sulla Peng per la campionessa 2011) e alla finalista 2013, Sabine Lisicki (6/4 3/6 6/1) alle quali l’erba di Wimbledon sotto i piedi, fa lo stesso effetto delle scarpette rosse per Dorothy, la protagonista del mago di Oz. Possono arrivare ovunque…

forbes

(commento di Luca Polesinanti)