Tennis: la partita perfetta

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federer__djokovic_E1La Coppa di Wimbledon è tra le mani di Nole Djokovic, ma a vincere è stato lo sport del tennis.Un match semplicemente strepitoso, dove per quasi 4 ore gli spettatori si sono spellati le mani, di fronte ad un gioco incredibile, una contrapposizione di stili che non si vedeva dalle epiche sfide fra Agassi e Sampras, ma con una qualità ancora superiore (al termine soli 56 errori gratuiti a fronte di 143 vincenti!). Un vero spettacolo per gli occhi e per il cuore, corroborato dal pathos che ha tenuto tutti in sospeso fino al decimo gioco del quinto set. Qui per la prima volta nell’incontro tre errori gratuiti hanno segnato la strada da percorrere per il serbo, che con questo successo (il secondo dopo l’exploit del 2011) riconquista anche il numero 1 del seeding, superando di slancio il dominatore del rosso (Rafa Nadal), anche in questa edizione relegato a una figura di secondo piano dall’esplosione di un possibile nuovo fenomeno (il 19enne austaliano Kyrgios). Come Nole anche Roger scala la classifica, riconquistando il terzo posto, ma soprattutto dà ancora una volta l’impressione di avere qualcosa in più rispetto a tutti gli altri nel giocare a tennis. Sì gli anni sono ormai quasi 33, il dolce pendio del declino sembra imboccato, i 4 figli, la famiglia magari possono essere “piacevoli distrazioni” dalla vita di un atleta, ma per chi dubita ancora che ci troviamo di fronte ad un fenomeno vero, consigliamo di rivedere i cinque giochi consecutivi che la hanno portato dal 2-5 del quarto set al 7/5 finale (compreso un match-point annullato). Un percorso netto, incantevole, giocate per palati finissimi e di una difficoltà incredibile, fluivano dal suo braccio con la facilità con cui noi comuni mortali della racchetta possiamo fare una passeggiata sull’erba. Un terreno che lo svizzero chiama “casa” da anni, ritrovando quel timing che gli ha consentito di essere campione per 7 volte. Siamo certi che dopo la umana delusione per aver mancato davvero per un soffio la ottava vittoria, il calore del pubblico e la consapevolezza di essere ancora lì con i “dominatori” del circuito a giocarsela fino alla fine, daranno nuovo slancio al Re, così come la collaborazione tecnica con un altro signore di questo sport (Stefan Edberg). Paradossalmente una vittoria, lo avrebbe potuto spingere verso una ipotesi di ritiro, sempre e comunque in un momento in cui sapeva di essere all’altezza, ma ora il piacere che continua a provare nel giocare a tennis, magari lo spingerà ancora avanti per regalarci qualche altro anno di sconfinata ammirazione.

Finale maschile:

forbes

Djokovic batte Federer 6/7 6/4 7/6 5/7 6/4

Niente di tutto ciò invece fra le ragazze dove sfuma proprio sul traguardo il sogno di Eugenie Bouchard, incapace di reagire alla ferocia agonistica di Petra Kvitova, ritornata ai livelli che proprio 3 anni prima le avevano consentito di centrare il primo trionfo a Wimbledon. La partita di finale dura solo un set, il primo nel quale la canadese prova a mettere sul campo quel gioco aggressivo e sfrontato
che le ha consentito il salto di qualità, ma i risultati sono decisamente scarsi contro la maggior potenza della ceca ed ecco allora che ceduto il primo parziale, la resa diviene immediata in pochi minuti, consegnando a Petra il bis che forse nemmeno sperava.

Finale femminile:

Kvitova batte Bouchard 6/3 6/0

Basta meno di un’ora (56 minuti) per consegnare l’edizione 2014 alla storia del tennis italiano. Per la prima volta, infatti, il tricolore raggiunge il gradino più alto del podio, grazie alle inarrivabili Chichi che si impongono 6/1 6/3 sulle rivali Mladenovic-Babos. Con il quinto successo nelle prove majors, arriva anche il Grande Slam “di carriera”, come sole altre 4 coppie nell’era Open. Ora il nome di Roberta Vinci e Sara Errani appaia coppie altisonanti, quali le stesse sorelle Williams o la mitica accoppiata Navratilova-Shriver. Non c’è che dire, la compagnia è ottima davvero….

(commento di Luca Polesinanti)