Finale spettacolo a Wimbledon

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djokovic-wimbledon-2014Novak Djokovic e Roger Federer l’uno di fronte all’altro in campo. Boris Becker e Stefan Edberg, rispettivamente coach del serbo e dello svizzero, di nuovo rivali come tra fine anni Ottanta e inizio Novanta, ma questa volta nel player box. Ha vinto il più giovane, perché i 27 anni di Nole conteranno pure qualcosa rispetto ai 33 di Roger: 67 (7) 64 76 (4) 57 64 dopo tre ore e 56 minuti intense e senza respiro. Il titolo di Wimbledon è suo per la seconda volta dopo il successo del 2011.
Del resto i numeri non mentono. Era il 186esimo Slam da quando il tennis è open (dal 1968): da allora soltanto 6 sono stati vinti da giocatori con più di 32 anni (l’età dello svizzero). Quattro sono stati conquistati da Ken Rosewall, uno da Andre Agassi e uno da Andres Gimeno.
E’ stata una bellissima finale (una delle più emozionanti degli ultimi anni) in cui, non ce ne voglia Djokovic, il tennista di Belgrado giocava contro Federer e contro i quasi 14mila spettatori del Centre Court tutti (compresi William e Kate d’Inghilterra, etichetta a parte) dalla parte dello svizzero, campione capace di trionfare sette volte sull’erba londinese. Come Pete Sampras e il William Renshaw di fine Ottocento. King Roger, che in carriera vanta 17 titoli nei major (è il record), è amatissimo da queste parti: gli inglesi quasi facevano il tifo per lui anche due anni fa quando in finale spense il sogno dell’idolo di casa Andy Murray.
Non è bastato a Federer giocare una delle migliori partite da un bel po’ di tempo a questa parte. La motivazione era alle stelle e lo stato di forma il migliore possibile. E anche il servizio ha funzionato, come testimoniano i 29 ace totalizzati. Il problema è che il “migliore possibile” delle ultime stagioni non è lo stesso di quattro, cinque anni fa e non gli dà la garanzia di vincere. Neppure sull’erba. Lo svizzero ha pagato quei piccoli passaggi a vuoto che lo rendono vulnerabile quando di fronte c’è un top player come Djokovic, soprattutto se si gioca al meglio dei cinque set. Il tennista di Basilea ha vinto il primo al tie break 9-7 su un rovescio in rete del rivale dopo aver annullato due set point al rivale (5-6 e 6-7) con un diritto vincente e un ace. E’ bastata una piccola pausa ad inizio secondo set ed ecco il break in apertura del serbo che ha poi chiuso 6-4 dopo aver salvato una palla break sul 5-4 che avrebbe rimesso in corsa Roger. Decisivo il tie break della terza partita. Sotto 3-2 Federer ha provato il serve and volley ma l’avversario gli ha praticamente risposto sui piedi: volée interlocutoria e passante facile di Djokovic. Lo svizzero ha recuperato il mini break, ma sotto 4-3 ha commesso una sciocchezza spedendo out un diritto da metà campo. Il serbo ha ringraziato e ha chiuso al servizio 7-4. Nel quarto set la sfida era praticamente finita: 5-2 per Nole, che è andato a servire sul 5-3 per il match. C’è però stata la reazione d’orgoglio del campione ferito ma mai domo: contro break e match point annullato sul 4-5 30-40 con un ace. Quindi ancora 2 game, cinque in totale di fila, e 75. Tutto rimandato alla quinta partita. Un braccio di ferro fino al 4-4, con Djokovic che ha annullato una palla break sul 3-3, poi il break decisivo sul 5-4: 15-40 e rovescio in rete di Federer. Gioco, partita e incontro.
Djokovic non conquistava un titolo dello Slam da oltre un anno e mezzo, per la precisione dagli Australian Open 2013. Da allora aveva perso tre finali consecutive: Wimbledon e US Open 2013, Roland Garros 2014. Era uscito male da Parigi dove aveva perso la settima finale delle 13 disputate nei Major prima di quella di oggi, annientato dalla fisicità del grande rivale Nadal. Il bello del tennis è che ti dà sempre un’altra chance: il serbo si è rifatto a Wimbledon centrando anche il sorpasso nel ranking su Rafa: è di nuovo il numero uno. (fonte: federtennis)

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