M5S, Di Maio: “Tra Grillo e Conte guerra di potere, siamo a livello più basso”

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(Adnkronos) – Più vicino a Conte o a Grillo? "Difficile dire perché i due non hanno una questione politica. È una questione di potere ed è incredibile perché Grillo dovrebbe essere l'azionista e Conte l'amministratore delegato, se vogliamo usare un termine aziendale, ma lo stipendio di Grillo dipende da Conte e invece dovrebbe essere viceversa. Questo sta creando non so se l'ultimo atto del Movimento 5 Stelle, ma lo ha portato al livello più basso". Lo afferma Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo Persico ed ex ministro degli Esteri, intervenendo nella puntata di 'A casa di Maria Latella', che andrà in onda domani sera su Rai 3 alle 23.15. "E mi dispiace per le posizioni perché io avevo provato il più possibile a portare il M5S sul filo atlantismo, su una posizione più bilanciata su Israele, contro l'uscita dall'euro e a favore dell'Unione europea e abbiamo preso il 33% nel 2018. Adesso sembra essere in atto un ritorno all'indietro e stanno al 9%", aggiunge. Elly Schlein si può fidare di Giuseppe Conte? "Io con Conte non parlo da tanto tempo. Però io ricordo un Conte che ha sempre avuto, ma legittimamente, l'ambizione di tornare a palazzo Chigi, e come presidente del Consiglio ovviamente, in nessun altro ruolo. Se questa è la stessa ambizione di Giuseppe Conte anche oggi è chiaro che Elly Schlein ha un problema perché il Movimento 5 Stelle a questo punto si pone come forza assolutista nella coalizione che vuole la leadership della coalizione pur non avendo i numeri", dice Di Maio. "Perché dobbiamo dire che la leader Elly Schlein sta portando avanti il Pd ottenendo dei risultati molto lusinghieri rispetto al Movimento 5 Stelle – evidenzia – Anche permettendo il ritorno a casa di molti nostri ex elettori che ci votavano nel 2018 perché delusi dalla sinistra oggi stanno votando Pd, mentre altri stanno nell'astensionismo". Quanto al Medio Oriente, "lavoriamo per evitare un'escalation militare in tutta la regione. Dobbiamo dire che il 7 ottobre ha profondamente modificato lo status qui in Medio Oriente, è stata la più grande strage di ebrei dall'Olocausto, ad opera di un'organizzazione terroristica. Israele non sta fronteggiando altri Stati, è in guerra con organizzazioni terroristiche o organizzazioni paramilitari", dice Di Maio.  "Quello che noi possiamo augurarci per il Medio Oriente, quello a cui lavoriamo continuamente – spiega – è sempre più dialogo tra il mondo arabo moderato, tra gli Stati arabi moderati e Israele e che la diplomazia vinca nel senso che sia in grado di ripristinare un'equazione di sicurezza nella regione, ma non ci sarà un'equazione di sicurezza duratura per il Medio Oriente senza la soluzione 'due popoli e due Stati' che in questo momento è molto complicato perché le posizioni sono molto polarizzate".  "L'Iran oggi attacca direttamente Israele. Non era mai successo. E poi i suoi alleati dell'asse della resistenza, come lo definiscono loro, gli Houthi, Hezbollah e le altre milizie continuano a colpire le nostre navi commerciali nel Mar Rosso, Israele, le truppe americane nella regione, quindi è molto complicato oggi dialogare con l'Iran ma dobbiamo lasciare i canali aperti per veicolare i messaggi che servono alla de-escalation", conclude Di Maio. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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