Un Mondonico per l’AlbinoLeffe

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Simone Fornoni

Un Mondonico c’è sempre. Pareva Toloi con la statura di Van Dijk e il tiro alla Zidane, il genio uscito dal cilindro del quarto di andata contro il Catanzaro al minuto 83 per rispondere al veterano Carlini cui aveva concesso virata e destro a incrociare. Parentele zero, ma l’affinità di colori è tutto. Emiliano, da Lassù, starà guardando di sotto, accarezzando tanta parte del suo cuore nell’inseguimento ai sogni. A pelo d’erba, stavolta, l’ha raddrizzata Davide all’incrocio. Un totem brianzolo scuola Milan che con il Grande di Rivolta d’Adda ha in comune soltanto la militanza in epoche diverse nell’AlbinoLeffe. Ri-proteso all’obiettivo cadetto, corroborato da un percorso nei playoff finora contrassegnato nel bene e nel male dal bomber Jacopo Manconi.

forbes

Uno da 15 in regular season e da 18 in tutto, sempre a segno quando i seriani allenati da Marco Zaffaroni hanno vinto e da scena muta per stanchezza quando il punteggio è stato diverso. Vedi ko casalingo col Modena nel primo turno dei playoff nazionali, con Spagnoli rimasto senza replica. E vedi nell’ultimo festivo di un maggio sorprendente, in crescendo, con Pontedera e Grosseto fatti fuori di misura (1-0 e 2-1) nella gara secca interna prevista dalla formula della post season di un girone (A) chiuso da settimi.

Al “Braglia”, poi, a tiro della magata sotto il sette di Tomaselli, aletta riciclata a pendolino sinistro, nella vorticosa rotazione Borghini-Petrungaro-Gusu tra le due corsie, l’apoteosi spiazzante dal dischetto al 97′ guadagnata da Simone Canestrelli, difensore montepulcianese firmatario del raddoppio coi maremmani, da palla inattiva. La panchina corta, non per l’entità numerica ma per l’assenza di alternative nei ruoli cruciali, è la zavorrina di un collettivo che è riuscito a fare a meno dalla eccessiva distanza dalla doppia cifra realizzativa dell’unico ariete Cori, cui l’innesto invernale Maritato non ha saputo dare il cambio. Ieri l’ha dovuto sostituire il rifinitore Gabbianelli per l’assist dell’1-1 della speranza, anche se per acciuffare le semifinali contro una testa di serie serve vincere. Eppure l’assist per replicare alla zuccata grossetana di Polidori l’aveva sganciato il viterbese. Eppure Carmine Giorgione, la bandiera, è a corto di fiato e di gamba. Eppure Gael Genevier, se non ci fosse, sarebbero guai, con le sue pennellate dalla bandierina e coi suoi recuperi da trentottenne esplosivo. Appuntamento della verità al “Giovanni Ceravolo”, adesso. Ricordando che per pasteggiare coi Canarini emiliani sono bastati gli otto giri di lancetta finali.