Olimpia tennistavolo, la scuola che forgia piccoli campioni

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Se pensi a un luogo di Bergamo dove lo sport è predominante, quello è il quartiere di Borgo Palazzo. Per chissà quale ancestrale allineamento di pianeti umani, qui si sono concentrate le migliori risorse perché lo sport primeggiasse in tutte le categorie possibili: dal calcio al ciclismo, dal volley al basket, dall’atletica allo sci, dall’alpinismo al tennistavolo, che anni fa era volgarmente chiamato Ping Pong (di asiatica memoria). Tutto era concentrato nei locali dell’oratorio della parrocchia di Sant’Anna, sotto il nome di Unione Sportiva Olimpia.


Oggi ci occupiamo di uno dei settori, forse, più trascurati dai media e meno frequentati dagli atleti: il tennistavolo. L’Olimpia Bergamo tennistavolo nell’era moderna, chiamiamola così, è stato ripreso dagli Anni Novanta, grazie alla famiglia Bonazzi che arrivava dal volley. Pierluigi Bonazzi è tuttora il responsabile del settore, mentre il figlio Paolo è giocatore-allenatore. “Tira su” ragazzini e – vista l’età – gioca negli Over 40, ma è anche titolare nella formazione di B2 con Simone Persico, Thomas Giacometti e Fabrizio Amadei.

forbes

L’Olimpia tennistavolo esprime nei campionati di Federazione una squadra in Serie A1 degli Over 40; una squadra in Serie B2 di livello nazionale; cinque squadre di livello regionale che si dividono in due per la Serie C2, una per la Serie D2, una per la Serie D1 e una per la Serie D3. In totale fanno 60 atleti (dai 7 ai 60 anni) coordinati da tre allenatori. Lo storico Eugenio Burini, che si occupa del settore giovanile; Enrico Capelli, che si occupa degli amatori e Paolo Bonazzi che si occupa degli agonisti. E c’è pure un settore dedicato ai paralimpici con due atleti. Non si tralascia nulla.

L’Olimpia è l’unica Scuola Tennistavolo riconosciuta a Bergamo dalla F.I.Te.T. di secondo livello sui 3 possibili.

Per motivi di spazio l’Olimpia è costretta a giocare le partite di campionato a Longuelo alle scuole Cavezzali perché lì si riescono a mettere dieci tavoli. Per tenere il legame con il territorio qualcosa si fa anche in Borgo Palazzo “ma – sottolinea Paolo Bonazzi – ci vorrebbe più spazio e maggior flessibilità di orario per poter gestire tutti gli associati e i materiali, che comunque ingombrano”.

La filosofia che regge tutto il movimento sportivo dell’U.S. Olimpia, e non solo del tennistavolo, sta nel fatto che le porte sono sempre aperte. Lo sport, e quindi anche il tennistavolo, è un mezzo per far crescere i ragazzi. Lo spirito agonistico va bene, ma qui non si esaspera la competitività. “Il risultato sportivo – sottolinea Paolo Bonazzi – arriva sì da una capacità tecnica, ma molto è influenzato da come stai e da come ti trovi nel tuo ambiente. Se sei sereno, sarai anche un vincente. L’Olimpia è come una seconda famiglia. Siamo una società che non tradisce i valori dell’oratorio”.

Thomas Giacometti

Questo è periodo di “vacanza” per il tennistavolo; i campionati, infatti, si svolgono generalmente da ottobre a maggio, con gironi da otto squadre per quattordici partite. In questa fase, per far conoscere il tennistavolo, gli allenatori-giocatori vengono invitati ai Cre o alle feste di quartiere per alcune dimostrazioni e iniziare qualche ragazzo all’attività agonistica. “Ma delle ragazzine non parliamone – dice Paolo Bonazzi -. Sono tutte “sequestrate” dalla pallavolo. Ci piacerebbe coinvolgerle quanto i maschietti, ma sono piuttosto restie a questo tipo di sport”.

Quest’anno l’Olimpia ha espresso un campioncino: Thomas Giacometti, classe 2005, che nel campionato nazionale di quarta categoria si è classificato secondo.

Simone Persico

Il movimento del tennistavolo all’Olimpia si regge sull’autogestione con le quote associative di quanti entrano a farne parte. Per il resto è tutta opera di volontariato. C’è l’aiuto della famiglia Agnelli, che è molto legata a Borgo Palazzo, e un paio di sponsor che aiutano per quanto riguarda abbigliamento e materiali. Si tenga presente che mediamente una racchetta ad uso agonistico non dura più di due mesi, poi le gomme devono essere cambiate.

Per quanti sono rimasti con la memoria al ping-pong degli anni passati, c’è da dire che materiali e tecniche di gioco sono variati moltissimo e che soprattutto – come in ogni settore sportivo – i componenti dei nuovi materiali hanno determinato un cambio sulle tecniche di gioco, che si sono molto evolute. Oggi il tennistavolo si esprime con maggior forza e velocità. “Anche se – sottolinea Paolo Bonazzi – per i non addetti ai lavori, seguirlo in tv rende difficile coglierne le sfumature e carpirne i segreti”.

Sala bronzo ai campionati italiani Under 19

Per renderlo uno sport più televisivo le palline sono state aumentate di 2 millimetri per rallentarne la corsa, ma i produttori di materiali ne sanno una più del diavolo e la pallina continua a correre sempre più veloce. E i pongisti si adeguano con allenamenti che spingono sulla frequenza rapida di gambe e sulla ripetitività dei gesti tecnici.