di Marco Cangelli
Lo scatto di Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde davanti ai Propilei rappresenta la fine di un’intera epoca.
Quell’istantanea rubata in una tiepida mattinata d’ottobre rimarrà probabilmente impressa a lungo nella mente di una intera generazione che, dopo aver sognato con le imprese dello “Squalo dello Stretto” de “El Imbatido”, hanno dovuto salutare i propri paladini alla partenza del Giro di Lombardia.
Quasi come se volessero lasciare un segno nella storia, il siciliano dell’Astana Qazaqstan Team e il murciano del Movistar Team hanno scelto Bergamo come palcoscenico per il proprio addio incontrando l’amore dei numerosi tifosi riunitisi all’ombra delle Mura Veneziane.
Nonostante il clima festoso che ha investito il capoluogo orobico, i due fuoriclasse del pedale internazionale hanno mostrato un pizzico di malinconia accompagnato alla voglia di lasciare il segno per l’ultima volta.
“Parte delle emozioni le ho già consumate al Giro d’Italia per cui oggi sono concentrato principalmente sulla gara. Chiaramente da domani inizierò a realizzare quanto sta accadendo – ha spiegato Nibali prima del via -. È difficile spiegare cosa significhi per me il Lombardia perché é una gara particolarmente complessa e al primo anno da professionista non mi sarei nemmeno mai immaginato di vincere“.
Nelle parole del campione tricolore è possibile percepire la consapevolezza di non aver vita facile con i nuovi esponenti del ciclismo mondiale, ma anche la voglia di provarci comunque e chiudere la propria carriera con quel successo che lo consacrerebbe nell’Olimpo dello sport italiano dopo aver trionfato nella Classica delle Foglie Morte già nel 2015 e nel 2017.
“Come penso anche Alejandro, cercherò di chiudere questa carriera nel migliore dei modi, dando sempre il massimo – ha confessato il messinese -. Saremo in tanti a darci battaglia, anche se fuori dal campo gara siamo sempre dei grandi amici. Pogacar e Vingegaard saranno i principali avversari considerato quanto hanno mostrato durante la settimana, ma proveremo a giocarcela“.
Discorso simile per Valverde che nell’ultima Classica Monumento della stagione non è mai andato oltre il secondo posto ottenuto proprio a Bergamo nel 2014 a cui vanno aggiunte le piazze d’onore conquistate nelle edizioni 2013 e 2019 con partenza sempre dal capoluogo orobico.
Quasi un segno del destino che potrebbe regalare a “Don Alejandro” l’ultima gioia di una carriera carica di successi prestigiosi, un traguardo che potrà esser raggiunto soltanto sfoderando la condizione fisica mostrata recentemente al Trittico Lombardo.
Questa parata di stelle ha per certi versi messo in secondo piano il duello annunciato fra Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) il quale proverà a cogliere sul traguardo di Como una rivincita dopo il Tour de France.
Pronti a regalare spettacolo sulle ostiche pendenze di Civiglio e di San Fermo della Battaglia (da ripetere per ben due volte), i due contendenti si sono presentati al via di Bergamo con i favori del pronostico complice anche quanto visto nelle ultime corse.
Nonostante due approcci alla competizione completamente diversi, entrambe hanno mostrato di esser particolarmente in forma con Pogacar deciso a concedere il bis dopo la vittoria alla Tre Valli Varesine e Vingegaard pronto a mettere in cassaforte la prima Monumento della carriera.
L’inserimento nelle prime fasi di gara di una serie di salite come Forcellino di Bianzano, Passo Ganda, Dossena, Forcella di Bura e Berbenno potrebbe scombinare le carte ed aprire la strada a una serie di outsider fra i quali spiccano i nomi dell’ex campione del mondo Julien Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl) e lo sloveno Matej Mohoric (Bahrein Victorius), fresco trionfatore alla CRO Race.
“Sono particolarmente motivato per questa ultima gara della stagione – ha confessato Alaphilippe -. È sempre una corsa splendida, non mi darò per vinto e punterò al successo“.
In questo scenario potrebbe inserirsi anche Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), pronto a riscattare la delusione legata alla medaglia mancata per un soffio ai Mondiali andati in scena a Wollongong.
Particolarmente a proprio agio sulle pendenze distribuite lungo i 253 chilometri in programma, il 27enne di Sorisole avrà bisogno di trovare una risposta dalla strada prima di valutare se svolgere un ruolo da protagonista oppure mettersi a disposizione del capitano Domenico Pozzovivo.
Un obiettivo diverso invece per il caluschese Kevin Colleoni (Team BikeExchange-Jayco) e l’almennese Simone Ravanelli (Drone Hopper-Androni Giocattoli) che proveranno a mettersi in mostra davanti al proprio pubblico inserendosi in qualche fuga da lontano e onorando così nel migliore dei modi l’ultima recita di Nibali e Valverde.
“Il finale di stagione è iniziato in salita complice una caduta alla Agostoni, tuttavia sono in ripresa e tengo a far bene al Lombardia visto che parte dalla mia città – ha sottolineato Colleoni -. La fuga potrebbe esser un’opzione anche se non è mai certa. Oggi siamo un po’ tutti liberi quindi proveremo o la fuga oppure, se ci saranno le gambe, a far bene nel finale“.
In attesa di vedere chi taglierà il traguardo di Como a braccia levate verso il cielo, non si può far altro che lasciarsi trascinare dalla mente verso i ricordi più dolci e salutare con affetto lo “Squalo dello Stretto” e “El Imbatido”.