Un pubblico ben oltre i limiti della capienza ha accolto l’esordio di Fabio Fognini, costringendo gli organizzatori a tenere fuori parecchie decine di spettatori. Lui ha fatto il suo dovere, giocando un buon match contro Matteo Martineau. Un implacabile Pierre-Hugues Herbert sbarra la strada a Cobolli.
Auto parcheggiate in doppia fila, forse anche tripla. Una coda che si estendeva fino a fuori dal palazzetto. Le corse disperate per accaparrarsi un po’ di visuale, compresi i posti in piedi. La sensazione di grande evento. La presenza di Fabio Fognini al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo ha creato un entusiasmo collettivo che è raro, rarissimo vedere al primo turno di un torneo Challenger. E chissà cosa avranno pensato Billy Harris e Radu Albot, impegnati nel match precedente, nel vedere le tribune stracolme per il loro incontro. C’era anche Flavia Pennetta, ed era quasi scontato. Ma anche Roberta Vinci si è mossa per assistere all’esordio dell’ex numero 9 ATP.
Il Fognini Day ha avuto il lieto fine, perché l’azzurro ha vinto il suo match di primo turno contro il francese Matteo Martineau, numero 299 ATP, proveniente dalle qualificazioni. Giocatore di categoria, con un buon rovescio a una mano (dettaglio da rimarcare, vista la progressiva scomparsa del colpo), ma Fognini – nonostante 36 anni di età e una classifica fuori dai top-100 – ha dimostrato di essere ben altro giocatore rispetto ai frequentatori abituali del circuito Challenger. La buona notizia è che ha affrontato l’impegno con lo spirito giusto: poco più di un’ora per firmare un 6-3 6-4 che lo spedisce agli ottavi, nei quali è atteso da un altro francese, l’esperto Hugo Grenier. Dopo essersi fatto riavvicinare da 4-1 a 4-3 nel primo set, ha chiuso il parziale giocando con grande attenzione nei momenti importanti. Nel secondo, gli è bastato un break al settimo game per chiudere la pratica e allungare la sua permanenza a Bergamo.
E poi via con gli impegni non scritti, ovvero decine di foto e autografi con tanti appassionati giunti al Centro Sportivo Italcementi solo per lui, riempiendo la struttura almeno un’ora prima del suo match. E c’è da credere che sarà così fino a quando resterà in gara. Non è scontato, per un giocatore del suo calibro, trovare le giuste motivazioni in un torneo Challenger. A Bergamo sarà stato più facile, visto l’entusiasmo travolgente con cui è stato accolto. Sul campo in Ecoplast si è visto un Fognini attento, ben messo fisicamente, concentrato e “sul pezzo”. La superficie non troppo veloce lo ha aiutato in risposta, mentre nello scambio da fondocampo ha mostrato una certa superiorità rispetto all’avversario, peraltro accompagnata da scelte tattiche sempre corrette. Lungolinea al momento giusto, discese a rete in controtempo… Insomma, un buon Fognini. Non è mancata qualche gag: la mano dolcemente appoggiata sulla testa di una raccattapalle, una battuta sul pianto di un bambino proprio mentre stava per colpire, e una simpatica “protesta” su un servizio del francese. Ma la strada è ancora lunga: con tutto il rispetto, Martineau non è un test troppo indicativo per valutare la condizione complessiva di Fognini, mentre già Grenier vanta una certa esperienza nel circuito. L’eventuale quarto di finale contro Nakashima o Broady (primo match in campo giovedì) sarebbe da sold-out in scenari ben più capienti dell’impianto bergamasco. Da parte sua, Fognini avrà un’arma in più: l’amore e il sostegno incondizionato del pubblico.
Niente da fare per Flavio Cobolli. Accreditato della seconda testa di serie, il romano si è scontrato con la perfetta adattabilità di Pierre-Hugues Herbert alle condizioni di gioco. Il francese (vincitore di questo torneo nel 2016) è stato implacabile al servizio, con il quale ha concesso le briciole a un generoso Cobolli, imponendosi col punteggio di 7-6 6-3. L’azzurro è rimasto mentalmente in gara fino a quando ha incassato il break nel settimo game del secondo set. Per lui è stato un match durissimo, sin dall’inizio, quando si è capito che i turni di servizio di Herbert erano una montagna troppo ripida da scalare: il francese ha vinto 28 punti su 31 con la prima palla e 18 su 20 con la seconda. C’è un pizzico di rimpianto per il tie-break del primo set, nel quale Cobolli è stato per due volte avanti di un mini-break (2-0 e 3-2), ma non ha saputo cogliere l’occasione. Una volta passato il treno buono, Herbert ha continuato a giocare col pilota automatico e non ci sono più state occasioni per cambiare la dinamica del match. Raccogliendo soltanto cinque punti in risposta, era davvero impensabile fare meglio. Proveniente dalle qualificazioni, Herbert si è aperto il tabellone e chissà che proprio a Bergamo non possa rilanciarsi dopo un periodo molto difficile.
Raramente il secondo turno di un Challenger offre una giornata come quella di giovedì, sin dal primo incontro. Alle 10.30 del mattino scenderanno in campo Liam Broady e Brandon Nakashima: il primo sta vivendo il miglior momento della sua carriera, il secondo è una probabile stella nel prossimo futuro. Dopo un match di doppio, alle 14 tornerà in campo Fabio Fognini contro Hugo Grenier (tra i due c’è un precedente, giocato l’anno scorso a Napoli, con vittoria di Fognini in tre set). A seguire, Pierre-Hugues Herbert sfida il turco Cem Ilkel, finalista di questo torneo nel 2021.
Da non perdere il match delle 18, con Andrea Vavassori impegnato contro il n. 1 del tabellone Jack Draper: un esaltante contrasto di stili tra un giocatore di pressione da fondocampo (il britannico) e uno costantemente proiettato verso la rete (l’azzurro).
Sarà l’ultimo giorno con l’accesso gratuito, mentre da venerdì potranno accedere i soli possessori dei biglietti, già disponibili all’ingresso del Centro Sportivo: nella giornata di giovedì si potranno acquistare i tagliandi dalle 17 alle 20 al costo di 10 euro (5 per gli Under 14) per venerdì, mentre per il weekend finale costano 15 euro (10 il ridotto). Il consiglio è usufruire della prevendita, perché mercoledì sono stati venduti già diverse centinaia di accessi. (U.S. Trofeo FAIP-Perrel)