Champions: Inter vittoria con beffa

599

L’Inter batte il Marsiglia ma con il risultato sbagliato. Dopo lo 0-1 subito all’andata, la squadra nerazzurra s’impone per 2-1 al Meazza ma viene eliminata negli ottavi di Champions League, pagando ancora una volta per una disattenzione nei minuti di recupero. Dopo due clamorose occasioni da rete all’8’ e al 10’ del primo tempo, capitate a Sneijder e Milito soli davanti alla porta e murati letteralmente e dal portiere francese Mandanda, l’Inter spinge alla ricerca del vantaggio che arriva solo alla mezz’ora della ripresa con Milito che risolve un batti e ribatti in area marsigliese su corner calciato da Cambiasso, che poi sbaglia il possibile raddoppio mandando di testa alto sulla traversa. Al secondo minuto di recupero, su lungo rilancio del portiere Mandanda, Brandao sfrutta un rimpallo inserendosi tra Lucio e Samuel e con un rasoterra di sinistro supera Julio Cesar. Alla ripresa del gioco c’è ancora tempo per un’emozione che accresce il rammarico: Pazzini viene agganciato in area da Mandanda che, già ammonito, viene espulso. Lo stesso Pazzini trasforma il penalty che vale il successo platonico. Va detto che l’Inter ce la mette tutta per superare il Marsiglia, avversario tenace e dotato di grande forza atletica. La squadra di Deschamps non è bella ma certamente pratica. Quella di Ranieri paga a caro prezzo il calo di tensione che si presenta non di rado. Il tecnico nerazzurro punta su Sneijder alle spalle di Milito e Forlan, schiera Poli, Stankovic e Zanetti a centrocampo, conferma la difesa con Samuel e Lucio centrali, Maicon e Nagatomo esterni. Il giapponese non offre il meglio di sé, Sneijder non illumina abbassanza. Ad inizio di ripresa Ranieri richiama l’olandese e Forlan, inserendo Obi e Pazzini, che garantiscono più profondità al gioco dell’Inter. Il risultato si sblocca subito dopo l’ingresso di Cambiasso al posto di Poli. Infine l’incredibile epilogo che suona di beffa. Un’eliminazione che potrebbe significare la fine di un ciclo glorioso, con l’Inter vincitrice di almeno un titolo per sette stagioni consecutive. Stavolta non c’è spazio per le lacrime. All’orizzonte si palesa una profonda rifondazione. Il terzo posto in campionato, utile alla qualificazione alla prossima Champions League, dista sette punti e per raggiungerlo, oltre a non dover più sbagliare, occorre anche che le squadre che precedono perdano colpi.

forbes