E’ reale il sogno di runner Martina

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Sono da poco passate le 23:00 di mercoledì 5 settembre quando nello stadio olimpico di Londra risuonano le note dell’Inno di Mameli. Sul gradino più alto del podio c’è Martina Caironi, 22enne bergamasca e atleta delle Fiamme Gialle, che conquista il titolo paralimpico nei 100 metri – categoria T42 – stabilendo il nuovo record del mondo con il tempo di 15″87. La Caironi già deteneva il primato (15″89) fatto segnare lo scorso 26 giugno a Stadskanaal, in Olanda. E’ una medaglia d’oro luccicante per la ragazza del rione Borgo Palazzo a Bergamo, lo stesso dove vive un’altra paraolimpionica, Maria Poiani, oro nel nuoto alle Paralimpiadi di Pechino 2008. Martina Caironi precede sul traguardo di una gara storica l’australiana Cartwright, argento con il tempo di 16.14, e la quarantenne tedesca Schmidt. L’azzurra, amputata al femore sinistro cinque anni fa a seguito di un incidente stradale, suggella la carriera di atleta paralimpica iniziata nel 2008 e che aveva segnato il momento più importante nel 2011 con la conquista del titolo mondiale nei 100 piani. Studentessa in Mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, ha trascorso in Spagna, dove si trovava per un Erasmus, il periodo precedente alle Paralimpiadi di Londra.

La sua storia è una grande rinascita umana e sportiva, dopo il drammatico incidente accaduto a novembre 2007, quando rientrava a casa in motorino e venne travolta da un’auto che invase la sua corsia di marcia, provocandole l’amputazione della gamba sinistra all’altezza del femore. Grazia a una disarticolazione a livello del ginocchio, Martina ha potuto indossare una protesi sportiva e continuare a praticare sport: pattinaggio, pallavolo, maratona, salto in lungo, nuoto, per poi approdare all’atletica leggera e diventare un’atleta del Comitato italiano paralimpico. Ispirata dal libro di Oscar Pistorius, “Dream Runner”, Martina ha realizzato il suo sogno affermandosi nell’olimpo della gara regina delle olimpiadi e paralimpiadi: i 100 metri piani. Solo ottava nel salto in lungo, gara d’esordio ai Giochi paralimpici di Londra con lo scotto dell’emozione, Caironi sembra volare quando scatta dai blocchi di partenza e si allunga su quello che una volta veniva chiamato “filo di lana”. Non c’è bisogno del fotofinish, il suo vantaggio è netto. Le braccia al cielo. Missione compiuta.

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