Pallone d’oro: Messi, e chi se no!

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Pallone-doro-messiLionel Messi si aggiudica per la quarta volta consecutiva il Pallone d’oro, davanti a Iniesta e Cristiano Ronaldo. Nel 2012 aveva raggiunto il record Cruijff, Platini e Van Basten, tre volte vincitori del prestigioso e massimo riconoscimento in carriera per un calciatore. Si potrà dire che il premio era annunciato abbondantemente e neppure si accettavano scommesse, ma l’argentino porta a casa il 40 per cento delle preferenze dopo aver riempito le pagine di cronache calcistiche con le sue gesta e senza alcun gossip. Forse a meritarlo egualmente sarebbe stato lo spagnolo Iniesta, tanto continuo ad alti livelli quanto sfortunato a esprimersi nell’era di Messi. Capita nel calcio quello che storicamente è accaduto con i grandi nomi del ciclismo: Coppi e Bartali, Merckx e Gimondi. Finire secondi non è piacevole, specialmente se il podio è recidivo. A completare il dominio spagnolo c’è l’assegnazione del premio per il miglior tecnico a Vicente Del Bosque, c.t. della Spagna campione d’Europa. Nella squadra top-11 sono presenti solo giocatori della Liga spagnola (5 del Barcellona, 5 de Real, 1 dell’Atletico Madrid): Casillas, Dani Alves, Piqué, Sergio Ramos, Marcelo, Xabi Alonso, Iniesta, Xavi, Messi, Ronaldo, Falcao. Va detto che non pochi, tra i nomi famosi presenti alla cerimonia di consegna del Pallone d’oro a Zurigo, ha indicato Andrea Pirlo tra i più meritevoli di essere preso in considerazione per un premio del genere.

Il presidente della FIFA, Sepp Blatter, non si fa sfuggire l’occasione per tornare sul caso Boateng e sui cori razzisti che si perpetuano in piccole frange di frequentatori di stadi e assolutamente inaccettabili, ovunque questo vergognoso rituale abbia luogo. Blatter dà atto del coraggio del calciatore milanista e del sostegno della squadra che con lui ha abbandonato il campo, sottolineando però che questa non può essere una soluzione a lungo termine. Bisogna percorrere altre strade per allontanare chi intende usare il calcio per separare la gente anziché unirla.

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