La Nazionale dei “Samurai” italiani in allenamento a Bergamo

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In palestra c’è un religioso silenzio. Ognuno è occupato a ripetere meticolosamente gli esercizi da portare in gara. L’unico rumore che si sente è il fendente della katana nell’aria: zac, zac, zac. Il nemico che ti sta davanti è solo immaginario. Una volta tirato il fendente la spada viene riposta nel fodero con movimenti controllati, quasi al rallentatore.


Siamo in via de’ Carpinoni a Bergamo. Oggi, sabato 9 e domani domenica 10 luglio si sta allenando la Nazionale italiana di iaido, l’arte dell’estrazione della spada, ospite del Cus Bergamo. Gli allenamenti sono a porte aperte. Diciotto atleti sono stati selezionati per prepararsi al campionato europeo che si svolgerà a Modena dal 2 al 4 settembre prossimi. Il direttore tecnico Claudio Zanoni è prodigo di consigli e di esempi pratici di come si deve fare, coadiuvato da diversi colleghi esperti.

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Lo iaido, nell’arte marziale giapponese, significa letteralmente “via (do) dell’unione (ai) dell’essere (i)”. E scopo ultimo di questa disciplina è la perfetta e armonica unione con se stessi e con l’Universo. E, infatti, in palestra qualcosa di spirituale aleggia, già a partire dal fatto che ciabatte e scarpe vengono lasciate fuori. Si entra solo a piedi nudi.

Questa arte della spada richiama i duelli del tempo dei samurai, dove la morte di un contendente (o di entrambi) avveniva dopo uno o al massimo due scambi. In tali condizioni l’abilità tecnica richiesta era massima e poteva accadere che un duello si concludesse anche solo con l’estrazione della spada e il successivo singolo fendente. Da qui l’importanza fondamentale dell’arte dell’estrazione della spada nella vita dei samurai.
Oggi lo studio della spada giapponese ha acquisito un valore prettamente interiore, come mezzo di indagine per la scoperta dell’essere, ed è in base a questi presupposti che le scuole antiche di kenjutsu e iaijutsu sono evolute verso il kendo e lo iaido.


L’essenza dello iaido è racchiusa nella frase “saya no uchi de katsu” (vincere con la spada nel fodero), ovvero avere e dimostrare una conoscenza tale da indurre l’avversario ad abbandonare la contesa ancora prima di averla iniziata. Tale principio è esplicitato anche come “spada che dà la vita“.

La disciplina è praticabile sia da uomini che da donne, senza limiti di età. I praticanti indossano una giacca (iaidogi) ed un’hakama (ampia gonna-pantalone) e utilizzano un simulacro di spada in lega metallica non affilato (iaito).

I convocati in Nazionale che si stanno allenando a Bergamo sono: per la categoria MUDAN Cosmin Hodorogea e Mirco Piccinini; per la categoria SHODAN Marta Festi e Davide Pollero; per la categoria NIDAN Kevin Di Vozzo e Irene Galleano; per la categoria SANDAN Gabriele Gerbino e Alessandro Theunissen; per la categoria YONDAN Carlo Cardani e Vittorio Secco; per la categoria GODAN Luca Canovi e Andrea Setti; per la categoria ROKUDAN Andrea Cauda ed Eugenio Marsili; per la gara a SQUADRE: Carlo Cardani, Gabriele Gerbino, Ilaria Mencaroni e Alessandro Theunissen. Le Team manager sono Anna Rosolini e Monia Menozzi. Dopo Bergamo seguirà Il raduno di agosto a Torino.