Dalla Champions alla Champions

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Federica Sorrentino

Nell’estate 2019 iniziava, insieme alla nostra esperienza editoriale, l’avventura dell’Atalanta in Champions League. La prima cerimonia del sorteggio della fase a gironi vissuta al cardiopalma con la speranza di non pescare gli squadroni che avrebbero potuto spegnere sul nascere il sogno di passare il turno. Sulla carta andò bene, salvo scoprire che bisognava prendere il ritmo giusto per affrontare la massima competizione europea per club. Dopo tre sconfitte, quella pesante subita all’esordio a Zagabria seguita dalla beffa nel finale a San Siro con lo Shakthar Donetsk e dalla lezione impartita dal Manchester City in terra d’Albione, abbiamo sentito i soloni del calcio chiedersi cosa ci facesse l’Atalanta in Champions League. La risposta della squadra di Gasperini, nel frattempo ritemprata nel fisico e nello spirito per affrontare le battaglie decisive, ha risalito la china quando nessuno avrebbe scommesso un euro sulla sua avanzata, regalando gioco e spettacolo. Il primo segnale quando ha giocato alla pari con il City di Guardiola, che ha rischiato di capitolare a San Siro, teatro poi della rivincita con Dinamo Zagabria prima del capovolgimento delle sorti in Ucraina con il successo in casa dello Shakthar Donetsk l’11 dicembre valso il passaggio agli ottavi. Un cammino segnato dalle notti indimenticabili con il Valencia e dalla pandemia, concluso in piena estate con la semifinale sfiorata. L’Atalanta è cresciuta così in tecnica e consapevolezza, meritando ancora due volte il traguardo della partecipazione alla Champions. Nella passata stagione espugnando l’Amsterdam Arena e l’Anfield di Liverpool, per poi pescare le merengues del Real Madrid, confronto che in presenza del pubblico si sarebbe giocato con ben altra atmosfera. Ed eccoci finalmente a raccontare la prima vittoria dell’Atalanta al Gewiss Stadium in una partita di Champions League, condito dal primo gol di marca italiana. Siamo solo agli inizi di una nuova stagione. Servono, come ama ripetere Gian Piero Gasperini, umiltà e determinazione. Sulla carta gli avversari sono di prima, seconda e terza fascia. Nella sostanza, sono le migliori squadre che si possano incontrare. Il ranking Uefa non mente. Dalle lontane retrovie, in cui navigava nel 2017, l’Atalanta si ritrova a ridosso della Top 20. In 24esima posizione, precede l’Inter che a sua volta sopravanza il Milan di dieci lunghezze. Davanti Juve (9°), Roma (13°) e Napoli (22°). E la storia, meritatamente, continua.

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