Dimensione europea

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Federica Sorrentino

Dieci anni fa, di questi tempi, l’Atalanta riguadagnava la serie A, al termine del primo anno di presidenza di Antonio Percassi. Dopo un campionato culminato nella retrocessione tra i cadetti e segnato anche dal passaggio poco fortunato di Antonio Conte sulla panchina bergamasca, il nuovo corso societario aveva centrato il primo obiettivo. Si può dire iniziato in quel momento il capitolo nuovo dell’Atalanta, proiettata dopo un ciclo di assestamento in una dimensione europea stabilmente conquistata con una sana e giudiziosa gestione, che ha il merito di valorizzare la rosa dei giocatori facendo in modo che possa continuare a esprimersi su livelli di grande qualità. Un progetto che potremmo definire “in divenire”, semplicemente perché non si può arrestare.

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Il monte degli utili rappresenta il volano per consolidare l’assetto tecnico, così come i risultati ottenuti sul campo generano le condizioni perché il marchio Atalanta acquisisca ulteriore valore. C’è, poi, il cosiddetto Mondo Atalanta, quello che tra le altre iniziative ha permesso di marchiare a fuoco lo stadio trasformandolo nella casa degli atalantini. Un modello di trasformazione che ha permesso di conservare la struttura del vecchio impianto conferendogli una funzionalità e una modernità di grande pregio, oltre che si mirabile impatto visivo. E se la pandemia ha costretto a svuotarlo del dodicesimo uomo, il campo è diventato terreno di orgoglio e riscatto per una città e un territorio martoriati dal Covid. Stadio a cui manca ancora l’ultimo tocco per essere completo, ma assurto a simbolo del rinascimento collettivo che le imprese della squadra di Gian Piero Gasperini hanno iniziato da tempo a scrivere. La crescita costante è frutto della capacità di alzare l’asticella, maturata con l’avvento della figura di allenatore che ha ottenuto fiducia ripagandola. Il raggiungimento del 24esimo posto nel ranking europeo delle società calcistiche d’elite, secondo l’analisi elaborata dallo studio Kpmg, che attribuisce un valore complessivo di 365 milioni circa, colloca l’Atalanta di diritto nell’olimpo continentale.

Nell’anno horribilis della pandemia, la società guidata da Antonio e Luca Percassi ha fatto salire i ricavi di oltre 60 milioni ,raggiungendo quota 240 milioni. E l’esercizio attuale potrà contare su entrate per 40 milioni grazie alla sola qualificazione alla fase a gironi di Champions League. Se poi si andrà avanti, con la speranza di tornare ad avere il pubblico presente, ci saranno gloria e incassi.