Il diritto di gioire

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Federica Sorrentino

L’iniziativa promossa da oltre 80 comuni della Bergamasca (ma potrebbero diventare di più), che hanno deciso di esporre uno striscione di incoraggiamento e sostegno all’Atalanta in vista della finale di Coppa Italia del 19 maggio con la Juventus, è la riprova tangibile di una presenza e vicinanza da parte di un’intera comunità che vive a distanza i successi della squadra del cuore.

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Il motto “Atalanta Mola Mia”, che appare accanto al nome del rispettivo comune, riprende la frase simbolo lanciata all’inizio della pandemia “Bergamo Mola Mia”. Un vissuto fatto di gioie e dolorose rinunce. L’esodo dei 25mila nella primavera di due anni fa allo stadio Olimpico ha lasciato il segno, ma l’impossibilità di essere al seguito della Dea ha dato vita a un carosello di idee. Prima fra tutte quella dei tifosi della Curva Nord Pisani, che hanno fatto apparire su finestre, balconi e cancelli, un po’ ovunque, bandiere con la scritta “Atalanta sei forte”, annunciando l’invito a colorare di nerazzurro la città e la provincia con bandierine da loro stessi distribuite. Non sono da meno i Club Amici dell’Atalanta.

La lontananza forzata dallo stadio accresce il senso di appartenenza che prevale in tutti gli innamorati dell’Atalanta. E a questo sentimento si lega il richiamo al senso di responsabilità, che impone ancora una volta un sacrificio a chi, sperando di riportare a Bergamo quel trofeo conquistato 48 anni fa, attende di festeggiare un nuovo traguardo della banda Gasperini.

Il diritto di gioire ancora una volta cozza con la necessità di liberarci in modo definitivo dalla pandemia. L’alto prezzo pagato dalla comunità bergamasca non lascia insensibili e le scene della prima domenica di maggio in Piazza Duomo a Milano non vanno ripetute.

Nel marzo 2020 l’entusiasmo per il successo sul Valencia è rimasto confinato tra le mura di casa, ma in quella circostanza allenatore e calciatori sottolinearono di avere sentito il grande cuore dei tifosi particolarmente vicino. Tutti avremmo sperato, arrivati a questo punto della lunga emergenza sanitaria, di vedere riaperti gli stadi almeno parzialmente.

A Reggio Emilia ci sarà posto per poco più di 4mila, il 20% della capienza dell’impianto, una simbolica rappresentanza equamente suddivisa tra le due finaliste e l’organizzazione. Un segnale importante, ma che certamente non permette al popolo atalantino di manifestare il proprio entusiasmo in presenza. Tuttavia, i comportamenti responsabili renderanno ancora più grande qualsiasi impresa l’Atalanta sarà in grado di compiere.