La tripletta di Domingo

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Luciano Locatelli

Son passati ormai 58 anni dallo storico successo dell’Atalanta nella Coppa Italia, l’unico trofeo vinto in quasi 114 anni di storia atalantina. I nerazzurri hanno raggiunto la finale in altre tre occasioni, nel 1987, nel 1996 e 2019, sempre perdendo con Napoli, Fiorentina e Lazio. Ma la vittoria del 1963, ottenuta in finale a Milano con il Torino per 3-1, resta storica, anche per la presenza in campo di ben sette bergamaschi nella formazione, tra cui Angelo Domenghini, autore di tutti e tre i gol nerazzurri della finale.

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Figlio dell’oste di Lallio, Domenghini da giovanissimo incominciò a giocare al pallone nell’oratorio del suo paese. Qui il parroco Don Antonio scoprì il suo talento e lo vendette per ventitremila lire al club dilettantistico di Verdello. Nel 1961 passò all’Atalanta per duecentomila lire, lavorando per metà giornata alla Magrini, e dopo avere esordito in serie A con la Dea il 4 giugno 1961 nella sconfitta contro l’Udinese, due anni dopo conquistò la coppa Italia con la maglia atalantina.

Ma come è andata quella fatidica finale? L’Atalanta parte forte e dopo appena 4 minuti Domenghini sblocca il risultato con un colpo di testa sul secondo palo, su punizione di Nielsen dalla trequarti destra. I nerazzurri gestiscono il vantaggio senza correre grandi rischi e a inizio ripresa raddoppiano sempre con il numero 7, opportunista nell’occasione, intervenendo sul sombrero di Magistrelli ai danni di Buzzacchera con una precisa conclusione mancina. La pressione del Torino aumenta ma gli assalti granata sono vani, Pizzaballa è pazzesco su un sinistro al volo di Hitchens, il risultato non cambia. Sarà invece ancora l’Atalanta a segnare e chiudere la partita sempre con Domenghini in un’azione da ala tipica: dribbling a rientrare sul mancino, prima conclusione respinta, rimpallo fortunato per poi saltare il portiere e depositare in rete. La rete di Ferrini serve solo per il tabellino.

Ci sono delle analogie tra le squadre finaliste di allora ed oggi che fanno ben sperare. Atalanta e Torino nel 1963 chiusero entrambe il campionato a 34 punti, un po’ come succede oggi tra Atalanta e Juventus che sono appaiate in zona Champions. Inoltre, l’allenatore dei granata di allora, Giacinto Ellena, non aveva convinto più di tanto il patron dei granata Orfeo Pianelli, il quale aveva annunciato l’avvicendamento nella stagione successiva con Nereo Rocco. Una situazione per certi versi abbastanza simile a quella che investe oggi l’allenatore bianconero Pirlo. Sarà l’anno buono per la Dea? E soprattutto chi sarà il nuovo Domenghini?