a cura della redazione
Il mito di Glenn Stromberg, svedese naturalizzato bergamasco, è inossidabilmente legato alla storia atalantina. Arrivato nel 1984 e rimasto in nerazzurro fino al termine della carriera, nel 1992, è rimasto per tutti il capitano per eccellenza. Un esempio di professionalità e attaccamento ai colori che si è manifestato soprattutto nel 1987, anno della retrocessione in B ma anche della finale di Coppa Italia disputata e persa con il Napoli scudettato di Diego Armando Maradona. Il merito di essere arrivata in finale fece guadagnare all’Atalanta di Emiliano Mondonico il diritto a disputare la Coppa delle Coppe, con un cammino culminato nella doppia sfida di semifinale con il Malines. Per capire quale spazio occupi nel cuore della tifoseria bergamasca, basta ricordare la coreografia creata dalla curva nord in occasione della partita conclusiva del campionato 2011-12, in cui Stromberg apparve su una delle sette bandiere dedicate ad altrettanti storici capitani dell’Atalanta. Tutto ciò premesso, non può e non deve sorprendere che un ex calciatore dilettante, cresciuto tra i giovanissimi dell’Atalanta prima di diventare il bomber della Gavernese con quasi cento gol messi a segno tra Prima Categoria e Promozione, abbia deciso di dare al suo terzogenito, venuto alla luce lo scorso 4 maggio all’ospedale Bolognini di Seriate, il nome di Glenn Peter. Il papà è Fabio Caglioni, classe 1981, e la mamma Valentina ha accettato di buon grado che, dopo essere stata lei a scegliere per le due figlie Andrea e Roberta, il maschietto da 3.1 kg prendesse il nome del capitano. Crescerà a Villa di Serio, dove la famiglia risiede, e ovviamente – assicura il genitore – tiferà Atalanta. Un marchio indelebile che è già motivo di orgoglio. Perché il 17 maggio 1992, giorno dell’ultima partita da professionista di Glenn Stromberg allo stadio di Bergamo (Atalanta-Torino 1-3), Fabio Caglioni c’era ed era uno dei raccattapalle che fecero da cornice all’ingresso in campo della squadra con in testa ovviamente il capitano. Il quale diede il cinque al giovanissimo calciatore che militava tra i pulcini neroazzurri. Cosa colpisce dell’uomo e calciatore Glenn Stromberg da indurre un papà a dare il nome del suo idolo al figlio appena nato? Semplicemente i valori, coniugati dentro e fuori campo. Un capitano che, nonostante la retrocessione in B e offerte allettanti altrove, decise di restare dimezzandosi l’ingaggio e dimostrando di avere fatto suo lo spirito di appartenenza bergamasco.