Simone Fornoni
La Primavera farà estate. Il dilemma di mercoledì contro la capolista Inter dell’ex Madonna è uno e trino: accedere alla post season da quinti con un risultato utile contro la Juventus terza, puntare all’ultimo gradino del podio per averne a disposizione due o sperare nella seconda piazza per la semifinale diretta. La Fase Finale, intanto, c’è. Non così scontata, nella stagione della Supercoppa-bis vinta sulla Fiorentina il 21 gennaio scorso. Massimo Brambilla è dai ragazzi del ’99 (Bastoni, Capone, Delprato, Latte Lath e Melegoni) che confeziona mirabilie col suo benevolo pragmatismo, da cottimista brianzolo calato da sei anni in una realtà come l’Atalanta da asticella perennemente su. Alla sua ammiraglia, nei bassifondi all’interruzione ottobrina, in attesa dell’ultima di regular season ospitando il vertice (56, a più 5; Samp e Juve 54), è bastata e avanzata per la matematica dei playoff la cinquina al retrocesso Ascoli per ingranare la quarta dopo aver battuto Lazio, Spal e Genoa.
Per guadagnare la Final Four servirebbe l’improbabile: la Roma, quarta a 52, va dal Bologna che lotta (a 27) col Toro per evitare i playout contro la Lazio; in casa, la Samp coi granata e la Juve col Cagliari. In caso di arrivo a tre la classifica avulsa premierebbe i bergamaschi (1-1 e 3-3 con Baby Madama, in svantaggio 1-2 e 4-1 coi genovesi, rispetto ai quali s’è invece avanti 3-1 e 1-1). La zavorra, l’assenza o la discontinuità di realizzatori di peso, non solo alla voce prima punta, al netto dell’avvio ad handicap. A nove sinfonie Cortinovis e Sidibe, quindi Rosa e Italeng 6, Kobacki 4; a 3 Ghislandi, 2 assist (per la testa di Italeng e Oliveri) e rigore procurato sabato al capitano di Monterosso contro il Picchio, Gyabuaa, Oliveri, Scalvini e Vorlicky; 2 Renault (fresco assistman dell’ex Parma), 1 Carrà (passato alla Spal), De Nipoti e Panada. Senza Lukas il moravo out da una dozzina di match servirà la quantità dal mezzo e dalle corsie, nell’impossibilità d’una mediazione tra la freschezza di uno Scalvini, apripista della ventinovesima nella nicchia teramana di Sant’Egido alle Vibrate, nonché del talento altalenante Rosa, e le navi scuola del 2001. Leggi Ghislandi che da terzino o pendolino destro è fin troppo adulto per qualunque avversario, il già citato numero 10 e l’italo-ghanese, un altro che ha appena timbrato il badge, mezzodestro con l’ivoriano stabilmente basso nel 3-5-2 che ricicla il sinistro Ceresoli in centrale d’emergenza. Il 22 giugno lo start verso il terzo scudetto di fila, ma si arriverà in fondo a fine mese?