Federica Sorrentino
La capienza al 100% degli stadi è “un obiettivo” secondo il sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali. Il governo si esprimerà entro fine settembre, quindi una decina di giorni di tempo per valutare l’andamento della situazione epidemiologica e decidere in proposito. La campionessa di scherma, nella squadra del governo Draghi, si dice ottimista: la capienza al 35% del pubblico al chiuso e del 50% all’aperto è solo un punto di partenza. L’obiettivo è arrivare al 100% quanto prima. Già, ma tutto dipenderà dal grado di sicurezza determinato dai comportamenti responsabili, che tutti siamo chiamati ad osservare nella vita di tutti i giorni e che concorreranno, se rispettati, ad abbattere la percentuale dei contagi. Senza Green Pass, ovviamente, non si avrà accesso, ma si dovrà fare chiarezza anche sull’obbligo dei dispositivi di protezione individuale, alias mascherine. Negli stadi lontano da Bergamo cominciano a vedersene poche, soprattutto in alcuni settori dove il distanziamento interpersonale è relativo, e non è affatto un bene. Saggio il presidente del CONI Giovanni Malagò quando sottolinea che il mondo dello sport necessita che si torni a utilizzare gli impianti al 100%, se c’è il rispetto di tutte le prescrizioni. E’ evidente che le società, di tutti gli sport e a tutti i livelli, non ce la potrebbero fare a gestire un altro anno a scartamento ridotto di pubblico dopo la magra degli ultimi 18 anni, che si è abbattuta sui conti economici e ha snaturato lo spettacolo agonistico, svuotandolo della sua componente partecipativa e vitale. Situazione determinata da causa estrema e di forza maggiore.
Il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute si basa sui fatti e se la situazione, come pare, tende a migliorare, si potrebbe arrivare a concedere l’ammissione di pubblico per il 70-75% all’aperto e 50% al chiuso. Solo ipotesi, beninteso, nulla di concreto, se non una prospettiva incoraggiante da considerare un confortante passo in avanti nella gestione della pandemia da Covid-19. Non è semplice bilanciare la prudenza dettata dalla perdurante circolazione del virus con la necessità di ristabilire la normalità negli eventi sportivi per chi ne è protagonista e per quanti vi assistono. Ma occorre procedere in questa direzione, perché vorrà dire che anche gli altri settori della vita civile, dalla scuola ai trasporti, segneranno il superamento delle criticità che, sebbene in misura contenuta, continuano a caratterizzarne il funzionamento.