Non solo Atalanta, ma gli ospiti presenti al Tennis 2023 regalano all’Accademia dello Sport per la Solidarietà quel respiro tricolore, legato ai vincitori dello Scudetto di questo campionato e dei campioni uscenti.
Così, tra una battuta e l’altra e una serata passata in amicizia davanti a un buon piatto a cura del Csi di Bergamo, si parla di calcio e del finale di questo campionato di Serie A. Bergamo e Napoli, tifoserie rivali del pallone, ma c’è chi nativo orobico, ha festeggiato lo scudetto arrivato nella casa di Maradona per i suoi trascorsi partenopei, a partire da Beppe Savoldi, passando poi a Oscar Magoni.
Beppe Savoldi, che ha subito scambiato due battute sulla marea di infortuni dell’Atalanta: «Io sono pronto, aspetto la chiamata» scherza l’ex centravanti. Bergamasco doc, Savoldi ha militato in nerazzurro a metà anni Sessanta indossando la maglia da attaccante 57 volte insaccando 17 palloni: «Pensavo che la Dea finisse meglio il campionato, ma sono contento che stia andando ancora bene». Savoldi dedica inoltre un pensiero alla Champions delle italiane. «Nel doppio confronto l’Inter ha meritato la finale, il Milan era un po’ spento. Pioli in queste situazioni ha sempre lasciato qualcosa agli avversari, soprattutto dal punto di vista difensivo. Ho discusso con tanti milanisti, ai quali avevo fatto presente da anni il problema, ma Pioli non mi ascolta» ride. Eliminato proprio dai rossoneri ai quarti, il Napoli si bea quale Campione in Italia per la terza volta. In maglia azzurra l’ex punta ha giocato tra il 1975 e il 1979: «Spalletti fa troppo il filosofo – a detta di Savoldi -, ma è stato bravissimo a capire come dovevano essere messi in campo i giocatori messi a disposizione dalla società».
«Ogni anno siamo sempre più vecchi – se la ride Oscar Magoni -, ma quando si parla di solidarietà l’importante è esserci». Non manca un commento sulla stagione dell’Atalanta: «Ai tifosi più giovani, magari un po’ delusi e mugugnanti per gli ultimi risultati, voglio ricordare le stagioni che ho giocato io in maglia nerazzurra, gli anni Novanta: era un’altalena tra Serie A e B. Anche quest’anno l’Atalanta è forte e sta facendo un campionato importante, contando che le formazioni davanti in classifica hanno giocatori di livello, tifoserie e storie importanti. La Dea è ancora una squadra provinciale “di lusso”, che ha saputo spendere e ricavare denaro con giudizio». Magoni ha recentemente festeggiato lo Scudetto napoletano (dove ha militato per 116 partite in tre anni e mezzo): «Al contrario di quello che spesso si pensa – spiega -, c’è molto rispetto e stima tra tifosi partenopei e giocatori bergamaschi che come me hanno giocato nel Napoli, come Casari, Vavassori, Gabbiadini e tanti altri». Con Oscar Magoni si può parlare di sport in generale, anche di ciclismo: «Il Giro di quest’anno non mi entusiasma, tra cadute e ritiri importanti. Tifo per Rota e spero arrivi fino in fondo con buoni risultati».
Uno dei tanti amici dell’Accademia presenti è Carlo Pellegatti, storico radiocronista dei match del Milan: «Maggio non è solo il mese delle sette finali vinte dal Milan – esordisce con ironia -, è anche il mese di Giovanni Licini». Poi, un commento sulla Serie A: «È un campionato molto equilibrato, Napoli a parte. L’Inter perde undici partite e rallenta tremendamente, il 2023 del Milan è inguardabile, la Juventus era partita malissimo e pure l’Atalanta va up and down. Sembrano tanti polli di Renzo, che si beccano facendosi male l’uno con l’altro. Ora mancano tre giornate, vediamo: se il Milan arrivasse in Champions approfittando della penalizzazione della Juventus, di sicuro non vado in giro a suonare il clacson, ma spero proprio che i rossoneri chiudano bene il campionato, magari proprio con un bel risultato a Torino, dove giochiamo tra due settimane. Il vero Milan non è questo. Non vedo a rischio la posizione di Pioli, che ha fatto comunque alcuni errori, ma era la prima volta che si trovava a gestire due manifestazioni così intense fino a fine stagione». E alla domanda sul giocatore atalantino che vorrebbe veder vestire la maglia del Milan: «La risposta quest’anno è molto facile: Rasmus Højlund, nonostante le ultime domeniche non abbia brillato». (U.S.)