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Moro sulle Orobie 20 anni dopo

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a cura della Redazione

A vent’anni dalla sua prima integrale sulle Orobie, condotta in compagnia di Mario Curnis, l’alpinista bergamasco Simone Moro ha deciso di affrontare i 200 chilometri e le 100 cime che separano il passo del Vivione dai Piani di Bobbio. Con lui, stavolta, Alessandro “Geko” Gherardi

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Curnis, oggi 84enne, il quale nel 2002 avrebbe affrontato con successo insieme a Moro la salita dell’Everest, ha accompagnato i due alpinisti durante la prima tappa, fino al rifugio Tagliaferri e sarà con loro il giorno conclusivo della traversata.

“È una specie di passaggio di consegne da Mario Curnis ad

Prima della partenza, Simone Moro ha ricordato che Alessandro Gherardi è figlio d’arte del famoso Angelo, il primo a portare a termine la traversata delle Orobie sugli sci.

Dodici giorni per completare la traversata delle amate Orobie lungo la cresta sommitale

E’ con grande gioia che parto per questo progetto fuori dalla porta di casa e condivido tutte le bellezze e le curiosità di questo territorio di avventura e di esplorazione, dopo un periodo buio di news sul suo triste primato della pandemia – ha scritto sul suo profilo facebook Simone Moro – Per me è anche un importante anniversario di questa stessa traversata, compiuto insieme al noto e stimato alpinista e amico Mario Curnis (nel 2000).

Mario, che oggi ha 84 anni, onorerà questa ripetizione unendosi a me il primo e l’ultimo giorno della traversata. Ora, dopo mesi di duro allenamento e nonostante un progetto alpinistico non pianificabile, non vedo l’ora di essere in azione sulle mie montagne”.

Simone Moro e Mario Curnis realizzarono tra il 12 e il 24 settembre del 2000 la prima traversata integrale delle Alpi Orobie stando in cresta e attraversando le provincie di Bergamo, Brescia, Sondrio e Lecco. Partiti dal Passo del Vivione sono arrivati ai Piani di Bobbio dopo aver salito un centinaio di vette. Delle principali possiamo ricordare il Venerocolo, Gleno, Torena, Diavolo della Malgina, Coca, Porola, Scais (dove sono stati costretti a bivaccare a causa del maltempo), Curò, Redorta, Soliva, Diavolo di Tenda, Corno Stella, Toro, Fiorano, Verrobbio, Ponteranica, Tre Signori e Camisolo. La ripetizione di quella traversata integrale in cresta delle Alpi Orobie a vent’anni di distanza assume un significato particolare in periodo di coronavirus, perché segna la ripresa dell’alpinismo sulle montagne di casa, oggi importanti quanto le grandi vette del mondo.