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Dune di solidarietà

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Luciano Locatelli

Avevano pensato a un epilogo diverso i due piloti orobici Giulio Verzeletti, 63enne di Telgate, e Marino Mutti, 71 anni di Trescore Balneario, in gara con l’Unimog U400 del team Orobica Raid, che al momento della partenza della 43esima Dakar da Jeddah in Arabia Saudita non sapevano cosa li aspettava sul difficile percorso africano.

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Due camion, un Man e un Unimog e due equipaggi, composti da Giulio Verzeletti , Marino Mutti e il vicentino Giuseppe Fortuna, il primo, Paolo Calabria, Loris Calubini e Mauro Grezzini, il secondo, che sulla base dell’esperienza dello scorso erano stati rivisti e migliorati soprattutto sulla resistenza delle sovrastrutture dei mezzi per meglio affrontare i terreni tecnici dell’Arabia Saudita.

Dopo l’abbandono dell’avventura di Calabria, Calubini e Grezzini, che hanno dovuto lasciare la competizione già alla quarta frazione, il team guidato da Verzetti era riuscito a scalare posizioni su posizioni salendo dalla 39esima piazza fino alla 22esima.

Ma quando la competizione si faceva interessante, all’ultima tappa da Al Ula a Yanbu l’equipaggio bergamasco ha trovato fermo sulla sua strada il camion dell’equipaggio saudita cappottato sulle dune. Qui è uscito lo spirito della solidarietà bergamasca che ha spinto il team orobico a cercare di aiutare i malcapitati sauditi in panne, ma che ha portato poi anche alla rottura del loro Unimog 400. Come se ciò non bastasse, Verzeletti è rimasto vittima di una colica intestinale che l’ha costretto al ricovero in ospedale e ad abbandonare la competizione.

Il gesto d’aiuto, però, non è stato vano. Infatti, al traguardo della gara i protagonisti di questa avventura sono stati premiati dall’organizzazione proprio grazie alla loro azione, giudicata come il vero spirito di questa difficile competizione. Lo conferma lo stesso Verzeletti: “eravamo rimasti in tre equipaggi nella categoria fino a 10000 di cilindrata, al momento in cui ci siamo fermati per dare aiuto ai sauditi potevamo superarli ed arrivare secondi, ma poi non siamo più riusciti a terminare la gara.” Verzeletti è ormai un veterano della corsa per averla disputata con tutti i mezzi.“Questa era la mia 19esima partecipazione, prima in moto poi con la PanDakar e infine con i camion. L’esperienza che però ricordo tra tutte è quella con la PanDakar una Panda 4×4 Cross attrezzata che nel 2017 è riuscita a tagliare il traguardo finale, conquistando il palmares di prima auto italiana, di primo modello Fiat e di prima vettura derivata da una utilitaria di serie a compiere questa impresa.”