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La conquista della Presolana

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Il prossimo 3 ottobre ricorre il 150° anniversario della prima salita alla vetta principale della Presolana, realizzata nel 1870 del tagliapietre Pietro Medici di Castione con Antonio Curò e col cugino Federico Frizzoni. Audaci pionieri, dotati di capacità, tenacia e spirito di ricerca, ai quali va rinnovata la riconoscenza perenne per quella impresa.

Nell’Attestato di Guida per la Presolana e monti circostanti, rilasciato dalla Direzione della Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano, il dottor Giovanni Comotti nel 18 aprile 1876, l’ingegner Antonio Curò, tra i fondatori e il primo presidente della nostra Sezione di Bergamo nel 1873, scrive autografo una breve ma significativa relazione di questa prima ascensione: “Il 3 ottobre 1870 partendo dalla Cantoniera del Giogo, col tagliapietre Pietro Medici di Castione, raggiungemmo la vetta più elevata della Presolana. Durante l’ultima parte di quell’ascensione, nuova per tutti noi che, probabilmente, non era ancora stata eseguita da altri, la nostra brava guida mostrò coraggio e sangue freddo non comuni in più di un punto scabroso che si dovette superare, e si meritò i nostri veri elogi. Pel passo di Pozzera calammo in Val Presolano e di là per la romantica Val Mulini si scese a Castione, dopo circa 12 ore di viaggio”.

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Con la storia della prima salita alla Presolana possiamo ripercorrere la via all’alpinismo sia sotto l’aspetto tecnico e scientifico, ma anche per la dimensione culturale e sociale.

Per la parte tecnica è stato determinate l’utilizzo della corda lunga 16 metri e l’abilità della guida Medici per superare i passi più scabrosi della salita, mentre per il lato della conoscenza è notevole il lavoro scientifico di Curò, con un barometro aneroide di Goldschmid, per determinare un’altezza assoluta di 2.549 metri sopra la soglia di Porta Nuova, anche se oggi con strumentazioni diverse sappiamo che la Presolana Occidentale misura 2.521 metri.

Nella dimensione sociale il successo della prima salita alla Presolana è stato deciso dalla fiducia reciproca e complementarietà di esperienze tra il montanaro di nascita, il Medici, e il montanaro per attitudine, il Curò, in pratica una sana alleanza tra persone e amici al di sopra di ogni differenza sociale.

Per l’aspetto culturale possiamo considerare questa prima salita come l’atto di nascita dell’attività di scalare le Orobie, e la maestosa Regina delle Orobie la culla geografica dalla quale ogni socio e appassionato bergamasco può considerarsi idealmente un figlio ‘PRESOLANISTA’.

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